È Carlo Bonomi il nuovo presidente di Confindustria. Bonomi ha vinto la sfida con Licia Mattioli, vicepresidente uscente, raccogliendo 123 voti contro 60. Per l’elezione definitiva andrà ora al voto dell’Assemblea privata prevista per il 20 maggio.
Chi è Carlo Bonomi
Bonomi, classe ’66 nato a Crema, è presidente di Assolombarda dal giugno 2017 ed è stato in precedenza uno dei membri della squadra di Vincenzo Boccia. Oggi presiede il Consiglio di Amministrazione della Synopo, società che opera nel settore della strumentazione e dei consumabili per neurologia, e guida le aziende manifatturiere controllate, Sidam e Btc Medical Europe.
È Presidente del Consiglio di Amministrazione anche di Ocean e Marsupium e Consigliere indipendente di Springrowth, e da novembre 2019 fa anche parte del Consiglio di Amministrazione di Dulevo International.
Inoltre, Bonomi è membro del Consiglio Generale di Confindustria e del Consiglio di Presidenza di Confindustria Lombardia. Dal giugno 2017 è membro del Consiglio Generale di Aspen Institute Italia, del Consiglio di Amministrazione di ISPI (Istituto per gli studi di politica internazionale) e, dal novembre 2018, del Consiglio di Amministrazione dell’Università Bocconi. Dal luglio 2018, ricopre la carica di Past President di Cancro Primo Aiuto, onlus con sede in Monza, che assiste i malati di tumore e le loro famiglie.
Il duro attacco al Governo
Bonomi ha parlato al Consiglio generale, a porte chiuse, dopo il voto sottolineando che questo “non è il momento di gioire” ma anche subito rivolto un appello dai toni già piuttosto marcati:
“Dobbiamo metterci immediatamente in condizioni operative tali per affrontare con massima chiarezza ed energia la sfida tremenda che è davanti a noi, continuare a portare la posizione di Confindustria su tutti i tavolo necessari rispetto ad una classe politica che mi sembra molto smarrita in questo momento, che non ha idea della strada che deve percorrere il nostro Paese”. Occorre “riaprire le produzioni ma evitare una seconda ondata di contagi. La voragine del PIL è tremenda e far indebitare imprese non è la strada giusta, l’accesso alla liquidità non è immediato”.
Bonomi sceglie di chiudere il suo intervento con un messaggio di speranza: “Insieme dobbiamo cambiare l’Italia, abbiamo una grande occasione, in un momento molto drammatico, forse abbiamo la possibilità di fare quelle modifiche strutturali di cui il Paese ha bisogno. Il Paese richiede un ceto imprenditoriale che si assuma le responsabilità per segnare la via di questo Paese e portarlo nel futuro”.
Le dure critiche dopo il Cura Italia
Portando avanti la linea dura di Confindustria nella gestione dell’emergenza sanitaria, Bonomi aveva fatto sentire forte la sua voce dopo la pubblicazione del decreto Cura Italia, quando ha immediatamente chiesto al Governo di correggere le parti “inadeguate”, indicando in una “una grande cooperazione pubblico-privato, analoga a quella che ha fatto reggere l’Italia ai colpi durissimi del secondo conflitto mondiale, del terrorismo, dell’inflazione, del rischio di insolvibilità che ci portò alla crisi del 2011” la strada per superare gli effetti disastrosi sull’economia della pandemia da Coronavirus.
Bonomi aveva anche rivendicato la necessità di “una strategia di Paese di lungo termine e con una visione internazionale”, di un maggior supporto alle imprese e soprattutto di adottare misure “con un confronto delle parti e tenendo conto delle conseguenze” dicendo “basta interventi figli di contrattazioni politiche riservate e appresi solo leggendo testi che arrivano a scelte fatte”.
“Penso che nella sua tragicità questa emergenza ci stia offrendo anche un’opportunità. Quella di rilanciare il Paese eliminando una volta per tutte le zavorre che ci hanno frenato negli ultimi vent’anni”, ha sottolineato.