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Smart working, bisogna affrontare il tema nel contratto

(Teleborsa) – “Nella scuola la didattica in presenza è insostituibile ma laddove si renda necessaria la didattica a distanza sono necessarie regole contrattuali concordate con le parti sociali“. Questo il messaggio lanciato dal Segretario organizzativo Confedir, Marcello Pacifico, in occasione del confronto in materia di smartworking nel lavoro pubblico tra il ministro della Pa Fabiana Dadone e i sindacati.

“Nell’incontro avuto tra le confederazioni sindacali e il ministro Dadone riguardo all’apertura di un tavolo di confronto sullo smart working, come Confedir – spiega Pacifico – abbiamo presentato un documento, che prende spunto dal testo unitario firmato da Udir e da Anief, riguardante l’operato dei dirigenti scolastici, del personale docente e Ata. Un documento frutto di un’analisi di ciò che avvenuto dal momento che, con i decreti di urgenza del Governo e della presidenza del Consiglio dei ministri, il lavoro nella scuola si è, di fatto, trasformato in lavoro agile, per quanto riguarda il personale Ata, e in didattica a distanza per i docenti”.

In questo contesto “la prima richiesta contenuta nel documento – sottolinea il Segretario – è quella di andare ad aprire i tavoli per il rinnovo dei contratti almeno per quanto riguarda la parte giuridica. Se è vero che il ministro Dadone, con la riapertura della Pa, vuole continuare a usare fino al 30% di personale in smart working questo pone due questioni”. Da una parte, per Pacifico, bisogna “garantire un processo di digitalizzazione della pubblica amministrazione”. Dall’altra – continua il Segretario – per quanto riguarda la scuola bisogna tenere conto del fatto che “non è possibile sostituire la didattica in presenza con la didattica a distanza. È impensabile”. Se, per motivi emergenziali, si dovesse continuare con la didattica a distanza Pacifico sottolinea la necessità di “normare le modalità lavorative”. “I docenti – afferma Pacifico – restano connessi per 12 ore consecutive ogni giorno anche se nel contratto che si era firmato si parlava di diritto alla disconnessione“. Per parlare di lavoro agile, di smartworking – continua il Segretario – bisogna, quindi, “riscrivere in maniera molto chiara le regole contrattuali anche solo dal punto di vista giuridico se non si vuole affrontare, in questo momento, l’aspetto economico”. Questo al fine di “tutelare i diritti dei lavoratori in quanto – afferma Pacifico – lavoro agile non vuol dire non lavorare né può comportare un carico di lavoro ulteriore rispetto a quello per cui si è pagati”. La proposta del Confedir è, dunque, quella di “definire per ogni ente pubblico i servizi da erogare” tenendo conto che “nel caso della scuola la differenza tra lavoro agile e didattica a distanza è sotto gli occhi di tutti”.

Oltre ad “obbligare la maggior parte dei docenti a essere disponibili h24” l’introduzione della didattica pone, per Pacifico, criticità legate “agli strumenti informatici necessari al lavoro agile e alla formazione”. Sotto quest’ultimo aspetto il Segretario ha ricordato che a beneficiare del voucher di 500 euro annui spendibile per le attività formative sono solo i docenti di ruolo.


Fonte: https://quifinanza.it/finanza/feed/

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