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SACBO, Sanga: “Per il futuro puntiamo sulla componente intermodale”

(Teleborsa) – “Mezzo secolo fa, mentre maturavano le condizioni di crescita socioeconomica del tessuto produttivo, i principali attori della comunità bergamasca pensarono a una infrastruttura di servizio che potesse moltiplicare le opportunità favorendo la connessione con il centro-sud Italia e con i Paesi frontalieri. Un aeroporto che potesse rispondere in primo luogo alle esigenze dei viaggi d’affari e di lavoro, al trasferimento delle merci, ma che alla lunga avrebbe potuto sviluppare anche un filone turistico. Si può affermare che gli anni ’80 e ’90 siano stati quelli certosini, serviti a preparare le condizioni per accreditare l’aeroporto di Orio al Serio nel panorama del trasporto aereo nazionale, rendendolo gradualmente adeguato in termini di dimensioni, spazi e servizi”. Con queste parole il presidente di Sacbo, Giovanni Sanga, in occasione del cinquantesimo anniversario, ricorda la fondazione della Società per l’Aeroporto Civile di Bergamo-Orio al Serio.

“La svolta – ha sottolineato Sanga – è avvenuta trent’anni dopo la costituzione di Sacbo, dalla coraggiosa scommessa sul trasporto aereo low cost. Ci ha creduto fermamente l’allora presidente Ilario Testa, artefice con i suoi diretti collaboratori dell’accordo con Ryanair, il vettore che sarebbe diventato il primo carrier europeo. Non tutti, tra i soci Sacbo, erano allineati con questa scelta, temendo un calo di qualità della clientela, attratta, si diceva, solo dalle tariffe basse”. A ciò – ha proseguito Sanga – si è aggiunta la concessione quarantennale a tutto il 2042, “condizione indispensabile per pianificare la serie di investimenti che hanno avuto una accelerazione nel 2008”.

Per il presidente di Sacbo “il successo dell’aeroporto va ricondotto certamente alla capacità di impiego di risorse economiche proprie, frutto di reinvestimento dei profitti di gestione registrati senza soluzione di continuità dal 1996 ma un accento particolare va posto sul contributo delle risorse umane che, dai livelli dirigenziali alle mansioni operative di base, hanno rappresentato, attraverso le singole competenze professionali, il valore aggiunto per la crescita dell’intero sistema. Un lavoro di squadra che si è articolato da un lato nella sfida a garantire tempi ridotti turn-around, e dunque puntualità ed efficienza operativa, e dall’altro nell’impegno a rendere funzionali e confortevoli gli spazi aeroportuali, comodo l’accesso e quanto meglio fruibili i servizi. Un impegno che ha permesso di attribuire all’aeroporto di Bergamo la patente ‘user’s friendly’ e farne un positivo caso di studio”.

Attualmente – stando ai dati forniti da Sanga – l’aeroporto di Bergamo genera 10.189 posti di lavoro diretti, a cui se ne aggiungono 15.996 posti indiretti e indotti, per un totale di 18.500, a cui si sommano i 32.645 catalitici che operano nell’area di influenza dell’aeroporto al di fuori della provincia di Bergamo. L’occupazione generata dall’impatto economico catalitico genera 31mila posti di lavoro, di cui una buona fetta nelle attività turistiche e nei servizi annessi. “La crescita del movimento passeggeri, fortemente legato al successo dei vettori low cost, – ha spiegato Sanga – ha profondamente trasformato la città e il territorio dal punto di vista della ricettività e dell’offerta turistica, con forte incremento delle attività e delle occupazioni legate all’ospitalità, la nascita di alberghi a 4 stelle e superiori e nel contempo indotto la creazione di centinaia di B&B, la valorizzazione dell’enogastronomia con punte di assoluta eccellenza, che nel loro insieme rispondono alla domanda di un turismo di qualità. All’aeroporto è legata la mobilità della gente che viaggia e di chi si muove per lavoro, anche per conto delle imprese. La componente business, infatti, pareggia quella legata ad altre motivazioni di viaggio (turismo, studio, familiari). Nel contempo, si è notevolmente sviluppato il movimento studentesco contribuendo ad accrescere il numero delle matricole straniere dell’Università di Bergamo. Prima del lockdown siamo arrivati a contare 140 destinazioni in 40 Paesi e ulteriori possibilità di connessioni con i network intercontinentali attraverso aeroporti hub con noi collegati”.

Il prossimo passo nel percorso di sviluppo dello scalo bergamasco è il potenziamento della componente intermodale “destinata – ha affermato Sanga – a fare marcatamente la differenza nella scelta del binomio vettore-aeroporto. È il motivo – ha spiegato – per cui stiamo spingendo la soluzione del collegamento ferroviario, che sulla base delle proiezioni e degli studi di valutazione dovrebbe trasportare, una volta disponibile, il 30% dell’utenza di questo aeroporto. Una percentuale forse destinata a crescere. Investire nell’infrastruttura – ha concluso il presidente di Sacbo – è la conditio sine qua non per realizzare le condizioni necessarie a garantire lo sviluppo funzionale degli spazi e la già richiamata efficienza nelle operazioni di assistenza a passeggeri e compagnie aeree. Significa avere la capacità di una visione di medio e lungo termine, prevedendo per quanto possibile gli scenari a venire”.


Fonte: https://quifinanza.it/finanza/feed/

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