(Teleborsa) – Russia, ovvero la Repubblica (Federale) dove, almeno in politica, non esiste affatto l’impossibile. Il Presidente Vladimir Putin potrebbe essere infatti rieletto altre volte Presidente e mantenere la carica fino al 2036, alle veneranda età di 84 anni di cui 34 trascorsi al potere, grazie a un nuovo emendamento costituzionale approvato in seconda lettura a Mosca dalla Duma di Stato.
La Duma di Stato, composta da Deputati con sede nel centro di Mosca, è la camera bassa dell’Assemblea federale della Federazione Russa; la camera alta è il Consiglio Federale della Russia (Senato). La Duma di Stato ha sostituito il Soviet Supremo in seguito alla nuova costituzione introdotta da Boris Nikolaevic El’cin (Eltsin) alla fine della crisi costituzionale del 1993. Nuova costituzione poi approvata con un referendum.
L’emendamento, presentato dalla deputata Valentina Tereshkova, prima donna ad aver volato nello spazio, “azzera” infatti il numero di mandati presidenziali del leader uscente, già giunto al quarto mandato, permettendogli di ricandidarsi per altri due mandati consecutivi come Presidente, ovvero il quinto e il sesto.
Anche se l’iter non è tuttavia affatto terminato, occorrendo ancora di esser sottoposto a terza lettura della Duma, poi approvato dal Consiglio Federale, firmato dal Presidente in carica (lo stesso Putin), sottoposto al vaglio della Corte Costituzionale e infine sottoposto a Referendum popolare fissato per il 22 aprile. Un iter apparentemente complesso anche se decisamente veloce, e anche dall’esito che appare scontato.
Durante la seconda lettura, il leader del Cremlino si è improvvisamente presentato nell’aula della Duma. Putin, rivolto ai deputati, ha pronunciato un discorso pieno di suspense, respingendo la proposta di elezioni anticipate presentata dall’emendamento del delegato Zhirinovskij, come pure l’ipotesi di revocare il tetto dei mandati presidenziali, ma dicendosi favorevole all’emendamento della Tereshkova per l’azzeramento dei suoi mandati. Naturalmente previa approvazione della Corte Costituzionale.
“Il Presidente – ha detto Putin – è il garante della Costituzione, è il garante della sicurezza del nostro Paese, della sua stabilità interna e del suo sviluppo evolutivo. Abbiamo avuto abbastanza rivoluzioni: la quota della Russia per le rivoluzioni è stata esaurita“. E ha lasciato l’Aula.
La Duma di Stato ha poi in breve stralciato l’emendamento Zhirinovskij approvando quindi la proposta Tereshkova. Di fatto il “via libera” alla candidatura di Vladimir Putin alle presidenziali del 2024. E alle successive elezioni che potrebbero mantenerlo in carica appunto sino al 2036.