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MES, Di Maio apre: “Si può trattare”. E difende il Premier

(Teleborsa) – Luigi Di Maio apre al MES perché “Questa è la partita della vita per noi. E non è ancora finita. Anzi è appena iniziata”. E sulla ricorrenza del 25 aprile: “Oggi è festa nazionale, festa di tutto il Paese e dovremo saper raccogliere l’impegno, lo spirito e il sacrificio che furono dei nostri nonni. Perché quella che abbiamo di fronte, anche se non è una guerra ne ha le sembianze. E provoca gli stessi effetti”. E poi su Fase 2 coronavirus, Colao, Draghi, RSA, Lavoro in nero.

Sono gli argomenti affrontati dal Ministro degli Esteri in un’intervista “a tutto tondo” concessa a La Stampa, pubblicata nel giorno in cui si celebrano i 75 anni della Liberazione dal fascismo. Liberazione consacrata proprio quel 25 aprile 1945 con la fuga da Milano di Benito Mussolini oramai finito, tre giorni prima di essere ucciso a Giulino di Mezzegra, sul lago di Como.

Alla domanda sul perché l’Europa dovrebbe darci soldi a fondo perduto, Di Maio chiarisce: “Un finanziamento a fondo perduto non significa soldi regalati. Significa entrare in un circuito in cui le risorse finanziarie della Commissione vanno comunque restituite. Francia, Spagna e Portogallo sono sulla stessa posizione. Stiamo solo chiedendo una forma concreta di solidarietà”.

A proposito della posizione espressa dal premier Giuseppe Conte sull’urgenza e la necessità di avere le risorse del Recovery Fund, il Ministro degli Esteri sottolinea che “Conte ha ragione. Oggi gli aspetti fondamentali sono due: la quantità di soldi e i tempi dello stanziamento. Soprattutto i tempi, che devono essere certi. L’Italia non può aspettare. Così come non dobbiamo fare l’errore di pensare che siamo usciti dall’emergenza coronavirus, non dobbiamo pensare di aver già vinto in Europa”.

Circa il ruolo di Colao, super Ministro o consulente? Di Maio non ha dubbi: “Colao è un grande manager e un grande professionista, sta supportando il Governo nella fase 2, quella più complicata” ma all’ipotesi che possa prendere il posto del premier risponde: “Dopo Draghi ora si inizia con Colao, quale sarà il terzo nome che verrà usato solo per buttare giù Conte? In quale altro Paese del mondo colpito dalla pandemia il dibattito mediatico si sta concentrando sulla possibilità di un nuovo Governo?”.

Se si potevano o meno evitare le morti degli anziani nelle RSA, Luigi Di Maio ammette: “Probabilmente sì, anzi sì sarebbe dovuto evitare, ma non lo dico per fare polemica, non voglio. Ci sono delle indagini in corso e stabilirà tutto la magistratura. Ma vedere morire così i nostri nonni, spesso persone fragili, fa davvero male”.

A proposito delle nuove regole per la Fase 2 della lotta al coronavirus, Di Maio osserva: “Mio padre ha 70 anni, mia madre 65. Il 4 maggio li inviterò a seguire le regole che stabilirà il Governo”. E inoltre: “Lavorare in nero è un reato, ma nessun padre può trovarsi nella condizione di non poter sfamare i figlie”.


Fonte: https://quifinanza.it/finanza/feed/

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