(Teleborsa) – Il prolungamento del lockdown oltre il 4 maggio e l’assenza di interventi ad hoc per il settore immobiliare rischia di avere un costo pesante in termini di posti di lavoro: sono stimati 200mila posti in meno nella filiera immobiliare, che andrebbero ad aggiungersi all’emorragia innescata dalla crisi del 2011, costata ad oggi 700mila posti di lavoro.
Teleborsa ne parlato con Gian Battista Baccarini, Presidente Nazionale FIAIP, in occasione della presentazione del consueto Rapporto annuale sul mercato immobiliare.
Il settore immobiliare ha un modello diffuso, incentrato su una vastissima rete di agenti immobiliari, spesso caratterizzati da profili di autonomia. Quali impatti sta avendo questa crisi sul lavoro e sulla sopravvivenza degli agenti più piccoli e periferici?
“Sicuramente questa emergenza avrà ripercussioni, addirittura letali, per circa un 30% degli agenti immobiliari. Teniamo conto che si tratta spesso di ditte individuali e quindi non grandi aziende”.
“Nello stesso tempo bisogna considerare che si tratta di agenti che non hanno elevati costi ed anche le entrate non sono quotidiane e non c’è apertura di credito bancario, ma si vive essenzialmente del gettito prodotto”.
“Ecco perché abbiamo chiesto interventi di tipo più generale, affinché le riaperture che siano effettuate in sicurezza, in parallelo al miglioramento la situazione sanitaria, altrimenti è meglio non riaprire, e poi abbiamo chiesto interventi sulla liquidità, per evitare nuove chiusure”.