Il 25 giugno scorso, la Consob ha dato il via libera al prospetto presentato da Intesa Sanpaolo per un’operazione di aumento di capitale finalizzata al lancio di un’Offerta Pubblica di Sottoscrizione su Ubi Banca. L’offerta, in particolare, prenderà il via il 6 luglio e si chiuderà il 28 dello stesso mese. Dopo le osservazioni dell’Antitrust, si è stabilito un accordo integrativo secondo cui Bper rileverà 532 filiali di Ubi.
Entrambe le banche erano già state coinvolte in fusioni e acquisizioni. Un precedente riguarda proprio Banca Intesa, che ha acquisito BPVI e Veneto Banca dopo la loro liquidazione coatta. Il 10 maggio 2017, invece, UBI Banca ha acquisito Nuova Banca delle Marche, Nuova Banca dell’Etruria e del Lazio e Nuova Cassa di Risparmio di Chieti.
Le conseguenze per i clienti
Ma quale sarà l’impatto dell’operazione sui clienti dei due istituti in caso di effettiva fusione?
Una prima conseguenza sarà verosimilmente la migrazione verso nuove coordinate bancarie per migliaia di correntisti, circostanza che, se anche sarà condotta nel migliore dei modi e con la priorità di ridurre al minimo i disagi, non potrà escludere disguidi come mancati accrediti (o addebiti) o ritardi nelle operazioni.
Sarà poi necessario effettuare la sostituzione di carte, bancomat, libretti di assegni per tutti i clienti della banca acquisita. Per questi ultimi, cambierà anche l’home banking e tutti i codici di accesso utilizzati abitualmente.
personale bancario
C’è poi il capitolo relativo alle istruttorie che riguardano l’erogazione di mutui e prestiti, che dovranno essere adeguate alle nuove politiche di credito. Tale circostanza potrebbe dare origine a sgradevoli disagi per i clienti, che potrebbero vedersi negare l’erogazione di un mutuo, nonostante la caparra già versata.
I clienti più svantaggiati
Tra i clienti che subiranno più disagi ci saranno probabilmente quelli di entrambe le banche coinvolte nella fusione, che, avendo fidi di conto corrente nei due istituti, potrebbero vedere ridotta la propria disponibilità di cassa perché la nuova banca potrebbe non voler mantenere una concessione pari alla somma dei due fidi.