(Teleborsa) – Powell non ha sorpreso e non sembra per ora neanche d aver deluso troppo il mercato, che non attendeva alcuna decisione in questa riunione-ponte, caduta proprio all’indomani delle elezioni presidenziali.
, S&P 500 e hanno incassato rialzi di circa il 2% ed anche oltre nella giornata di ieri, mettendo a segno una performnance di +6% circa in una settimana. Sicuramente la reazione dei mercati è stata un po’ eccessiva in questi ultimi giorni, non è chiaro se per il lento e progressivo prevalere dei consensi su Biden o per l’attesa di qualche novità dalla Fed.
Il FOMC, comitato di politica monetaria della Federal Reserve, ha confermato tassi ai minimi storici, in una banda compresa fra zero e 0,25%, come da copione. Confermato anche il QE che oggi ammonta a 120 miliardi, di cui 80 miliardi di Treasury e 40 miliardi di Asset Backed Securities. Nessun aumento dunque, neanche lo si aspettava, ma analisti ed operatori di mercato aspettavano qualche cenno in più su un possibile futuro aumento a dicembre, 50-10 miliardi in più per dare fiato all’economia e consentirle di ripartire.
Quel che è certo è che il Presidente della Fed, Jerome Powell, ha assunto un atteggiamento un po’ alla Trichet, noto per la sua politica “attendista”, un po’ alla Draghi, che ha inaugurato l’era del “whatever it takes” e dell’interventismo.
Una strada più tortuosa, indubbiamente, ma dettata, da un lato, dalle prospettive economiche che si vanno deteriorando, dall’altro, dall’incertezza sulla futura guida gli Stati Uniti.
Le elezioni USA sono state certamente un fattore di disturbo. L’incertezza sull’esito del voto, la reazione forse un po’ eccessiva dei mercati, hanno consigliato ai banchieri centrali di “aspettare”, per avere un quado più definito sulla nuova direzione della politica economica.
Non a caso Powell è tornato ad insistere sugli “stimoli fiscali”, che ritiene indispensabili accanto alla politica monetaria accomodante. Stimoli che sono stati “congelati” sino ad oggi per consentire a chi uscirà vincitore di appropriarsi del primo atto pro-crescita della nuova legislatura.
Il Presidente della Federal Reserve non ha comunque escluso un nuovo intervento a dicembre, quando il quadro economico e politico sarà più chiaro. E così è tornato a parlare di “rischi al ribasso sulla crescita” e di una politica “appropriata” ed in linea di massima “accomodante”.
(Foto: Salvatore Cavalli)