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Fase 3: la scuola riapre a settembre, Anief avanza le sue proposte per ripartire in sicurezza

(Teleborsa) – L’annuncio fatto dal premier Giuseppe Conte sul ritorno a scuola a settembre viene salutato dall’Anief con soddisfazione. Il giovane sindacato, tuttavia, ritiene inattuabile riprendere le lezioni alternando gli alunni: la scuola è il luogo di socializzazione per eccellenza e non si può pensare di smembrare i gruppi che la compongono o fare lezioni a comparti. Il sindacato chiede di adeguare i meccanismi di distanziamento sociale adottando il limite dei 15 alunni per l’intero anno scolastico.

Anief ha una posizione per precisa sulla cosiddetta “fase tre” ovvero sulla riapertura delle scuole a settembre prossimo. Gli istituti scolastici devono riaprire in sicurezza, innanzitutto delle famiglie, degli studenti e quindi del personale. A tal proposito, circolano ipotesi di turnazione di scaglioni, “noi siamo contro tutte queste ipotesi”, afferma Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief.

Si potrebbe benissimo iniziare con classi di 15-16 alunni, mantenendo eventualmente la distanza di un metro, se ancora sarà necessario, è importante mantenere questo distanziamento sociale. E, con le attuali composizioni delle nostre classi, delle nostre scuole, questi sono i numeri. Quindi bisogna non più dotare classi con oltre quindici-sedici alunni, per fare questo bisogna riprendere i 10mila edifici dismessi. Bisogna utilizzare questi tre quattro mesi che ci separano dall’inizio del nuovo anno scolastico, con una operazione straordinaria di messa in sicurezza delle aree e degli edifici, sia quelli attuali usati sia quelli dismessi e, ovviamente pensare ad un reclutamento straordinario di altre 200 mila unità, dalle oltre 50 mila previste dai nuovi concorsi per far in modo appunto di riequilibrare quel rapporto alunni docenti che tenga conto di un eventuale, di un necessario distanziamento sociale.

Tutto questo potrebbe far partire l’anno scolastico in sicurezza e potrebbe evitare anche di affidare tutto a quella didattica a distanza che sappiamo col divide digital ha portato alcuni studenti anche non avere le stesse opportunità di altri e anche il personale a non essere tutti in possesso dei mezzi informatici per poterla portare avanti.

Fermo restando che l’attività di didattica a distanza non può essere quella in presenza e anche sulla necessità di fare questi test invalsi – prosegue Pacifico – lasciamo per ora liberi insegnanti e studenti di poter svolgere quello che riescono con i mezzi che hanno a loro disposizione e poi di fare queste prove invasi lo vedremo dopo. Ricordiamo è sempre necessario partire da quello che hanno fatto i consigli di classe, quindi partiamo da quelli. Diamo piena autonomia, piena fiducia al nostro corpo insegnante e dirigente e, a tutti quelli che lavorano come amministrativi nelle scuole. Questa è una proposta sensata – sottolinea il sindacalista – e poi sullo svecchiamento degli insegnanti, il premier lo ha detto, abbiamo la classe più vecchia d’Europa. Anief l’ha sempre detto più vecchia del mondo e dobbiamo assolutamente impedire che si invecchi da precari lavorando per lo Stato e bisogna assumere fin dall’inizio i giovani evitando il precariato che contraddistingue purtroppo la nostra scuola.


Fonte: https://quifinanza.it/finanza/feed/

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