(Teleborsa) – “È chiaro che i provvedimenti che abbiamo preso, sia quello che ha chiuso molto delle attività aziendali e individuali del Paese, sia quello che riguarda la scuola, non potranno che essere prorogati alla scadenza”. Era nell’aria da giorni ma con queste parole, in un’intervista pubblicata questa mattina dal Corriere della Sera, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha ufficialmente spazzato via ogni dubbio: il ritorno sui banchi è prorogato a data destinarsi.
Un concetto ribadito nel pomeriggio dal ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina. “Penso si andrà nella direzione che ha detto il presidente Conte di prorogare la data del 3 aprile ma in questi giorni – ha affermato il Ministro – invito tutti alla massima responsabilità. Non è possibile dare un’altra data per l’apertura delle scuole tutto dipende dall’evoluzione di questi giorni, dallo scenario epidemiologico. Riapriremo le scuole solo quando avremo la certezza di assoluta sicurezza”.
Per quanto riguarda la possibilità di far slittare la fine dell’anno scolastico, Azzolina, escludendo l’ipotesi “6 politico”, ha affermato che “dipende da come andrà la didattica a distanza. Se funzionerà non c’è motivo di allungarlo”. Rimane, tuttavia, ancora da chiarire la questione maturità che da metà giugno dovrebbe riguardare circa 500mila studenti delle scuole superiori. “Sicuramente – ha spiegato il Ministro – verranno prese misure per gli studenti che devono fare gli esami di Stato. Le misure dipendono da quanto ancora rimarranno chiuse le scuole. Stiamo pensando a diversi scenari possibili; apprezzo tanto i documenti che le consulte e il forum degli studenti hanno presentato, li terrò in seria considerazione. Saranno comunque esami seri ma che dovranno tenere presenti il momento difficilissimo che gli studenti stanno attraversando”.
Tra gli studenti, nel frattempo, sale la preoccupazione e arriva la richieste di chiarezza sulle modalità di svolgimento delle prove degli esami finali. I ragazzi – come riporta il coordinatore della Rete studentesca, Federico Allegretti – chiedono che le commissioni per la maturità siano interne, con un solo membro esterno; che la seconda prova sia sostituita da una tesina orale e che i test Invalsi e l’alternanza scuola lavoro non siano requisito d’accesso per l’esame di Stato”. Un’ipotesi, quella della revisione degli esami, sulla quale concorda anche il presidente dell’Anief, Marcello Pacifico. “Occorre pensare alla validità dell’anno scolastico, creando i presupposti migliori per organizzare con efficacia gli esami finali di Stato, anche prevedendo eventuali semplificazioni delle prove tradizionali, a partire dalla maturità 2020” ha affermato Pacifico.