(Teleborsa) – Le “ingenti risorse Ue” per affrontare la crisi del coronavirus “non dovranno essere usate dagli Stati membri per aumentare la spesa pubblica improduttiva o il debito pubblico nazionale a spese delle generazioni future” ma per “promuovere la crescita economica e la creazione di posti di lavoro”.
È l’appello lanciato da Confindustria e Vno-Ncw, la confederazione olandese delle industrie, che “ritengono corretta la solidarietà (europea, ndr) sotto forma di sovvenzioni e prestiti che aiuteranno le regioni e i settori più bisognosi”, ma “a condizione che ci sia pieno impegno nei confronti della responsabilità di bilancio“.
Secondo le due associazioni, inoltre “il piano di ripresa e lo strumento per il recupero e la resilienza dovrebbero aiutare i paesi a realizzare le riforme e a rilanciare gli investimenti, come indicato dalla Commissione europea”.
Confindustria e Vno-Ncw hanno ricordato “il ruolo essenziale delle imprese nella fase di rilancio delle rispettive economie e la necessità di implementare politiche di transizione legate al clima, alla digitalizzazione e all’autonomia strategica”.
La crisi “ha colpito i paesi europei in maniera asimmetrica e per questo le due confederazioni auspicano un maggior supporto alle regioni e ai settori in maggiore difficoltà per consolidare e rafforzare la base industriale e tecnologica dell’Europa”, come indicato dal fondo Next generation Eu, “fortemente sostenuto dalle due organizzazioni, che invocano unità e coesione nelle scelte future”.
Gli imprenditori “sono determinati a costruire una crescita inclusiva e sostenibile in tutta Europa ma chiedono un impegno forte e chiaro da parte dei leader politici europei per rafforzare il Single Market che sostiene l’attività d’impresa. Il mercato unico infatti deve essere una solida base su cui le imprese possono contare, anche per aumentare l’autonomia produttiva dell’Ue”.
Gli industriali italiani e olandesi esortano quindi il Consiglio europeo “affinché definisca il nuovo quadro finanziario pluriennale e il Recovery plan UE prima della pausa estiva per garantirne l’entrata in vigore non oltre il primo gennaio 2021″.