(Teleborsa) – L’emergenza Covid fa crollare del 30% la spesa turistica per la tavola a causa dell’assenza dei turisti stranieri e della ridotta disponibilità economica di quelli italiani colpiti dalla crisi con drammatici effetti sulla ristorazione e sull’intera filiera agroalimentare. Questo l’allarme lanciato dalla Coldiretti sulla base di una stima della spesa turistica per il consumo di pasti in ristoranti, pizzerie, trattorie o agriturismi, ma anche per cibo di strada o specialità enogastronomiche, che scende nel 2020 sotto i 20 miliardi di euro dopo una crescita costante nel corso dell’ultimo decennio.
A pesare – spiega Coldiretti – è soprattutto il crollo delle presenze dei turisti stranieri a partire da quelli con elevate capacità di spesa come gli americani, colpiti dal blocco delle frontiere e dalle preoccupazioni per il ritorno della pandemia. Un’assenza che ha un impatto rilevante sulle attività di ristoranti, bar e agriturismi, oltre che sugli acquisti diretti di prodotti agroalimentari. Ad essere colpite sono state soprattutto le città d’arte storiche mete del turismo dall’estero con trattorie, ristoranti e bar praticamente vuoti.
Ma anche per i cittadini italiani l’estate del coronavirus è all’insegna del taglio della spesa con un calo del 13% rispetto all’anno scorso di vacanzieri nazionali a causa della crisi economica o delle necessità di recuperare il lavoro perso con il lockdown con solo – secondo l’indagine Coldiretti/Ixe – 34 milioni di italiani che hanno deciso di non rinunciare a un periodo di ferie per almeno qualche giorno. L’Italia quest’anno è di gran lunga la destinazione preferita – continua la Coldiretti – ed è scelta come meta dal 93% rispetto all’86% dello scorso anno ma la svolta patriottica non riesce a compensare il calo dovuto alla mancanza di stranieri e al minor numero di italiani in vacanza che hanno anche ridotto il budget. Complessivamente la spesa media totale destinata dagli italiani alle vacanze estive è crollata a 588 euro per persona per effetto di ferie più brevi, meno lontane e dedicate soprattutto al relax familiare con la maggioranza degli italiani in viaggio che ha scelto di riaprire le seconde case di proprietà, o di alloggiare in quelle di parenti e amici o in affitto. Nella classifica delle preferenze – si legge nel rapporto – ci sono nell’ordine anche campeggi con i camper molto gettonati, mentre sono in sofferenza gli alberghi. Una scelta che ha favorito soluzioni casalinghe anche a tavola – spiega Coldiretti – con le regole sul distanziamento sociale e il timore di evitare affollamenti in bar e ristoranti che nell’estate 2020 hanno spinto infatti il ritorno del pranzo al sacco in spiaggia per gli italiani in vacanza.
L’enogastronomia vince, tuttavia, tra i souvenir – nota Coldiretti – con il 49% dei turisti che sceglie proprio un prodotto tipico da riportare a casa o regalare a parenti e amici come ricordo della propria villeggiatura e tra le specialità più acquistate vincono i formaggi davanti a salumi, vino, olio extravergine d’oliva e liquori.
“L’Italia è il solo Paese al mondo che può contare primati nella qualità, nella sostenibilità ambientale e nella sicurezza della propria produzione agroalimentare che peraltro ha contribuito a mantenere nel tempo un territorio con paesaggi di una bellezza unica – ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini –. Il buon cibo insieme al turismo e alla cultura rappresentano le leve strategiche determinanti per un modello produttivo unico che può essere determinante nel rilancio del Sistema Paese così duramente colpito dalla pandemia”.