(Teleborsa) – Le banche acquistano obbligazioni emesse dal Tesoro e le utilizzano per gestire la propria liquidità. Sul mercato monetario le controparti delle banche sono altre banche (es. repo) oppure la banca centrale (es. Fed funds).
Nell’ultimo periodo, il Tesoro americano ha emesso quantità enormi di treasury (obbligazioni) acquistati dalle banche, ma soprattutto dalla Fed per mantenere i tassi d’interesse vicino allo zero.
La politica monetaria ultraespansiva ha fatto lievitare il conto corrente del Tesoro alla Federal Reserve (chiamato Treasury General Account, TGA), che si attesta a 1.500 miliardi di dollari, con un crescita di 1.100 miliardi da aprile.
Entro il 30 giugno, il Tesoro si è prefissato di ridurre il suo conto alla Fed a 800 miliardi di dollari e questo comporterà ulteriori iniezioni di liquidità sui mercati finanziari ed in particolare sui mercati del credito, di altri 700 miliardi di dollari.
Per raggiungere la completa protezione dei mercati finanziari e di Wall Street, manca all’appello solo l’acquisto da parte della Fed e del Tesoro dei titoli azionari e delle obbligazioni con rating “Junk“.
Gli effetti di queste politiche si vedono subito sul mercato valutario con un indebolimento del dollaro Usa nei confronti dell’euro, con una riduzione dei rendimenti dei treasury su tutte le scadenze e con le scadenze a breve, che trattano ormai vicino allo zero.
Anche le obbligazioni societarie con rating “investment” riportano dei rendimenti poco superiori all’1% e incentivano le stesse aziende a fare nuove emissioni, utilizzate per acquisto di azioni proprie, con nuovi apprezzamenti dei corsi azionari e “capital gain”, nel breve periodo, a favore delle stesse società.
(Foto: © Mihai Andritoiu)