(Teleborsa) – Il turismo è, senza dubbio, uno dei settori più colpiti dalla crisi economica scaturita per effetto della pandemia ancora in corso nel nostro Paese che deve fare i conti con restrizioni e limitazioni per contenere la diffusione del virus. Tante le città, specie quelle d’arte in grave debito d’ossigeno con il Ministro per i Beni Culturali e il Turismo, Dario Franceschini, che in questi mesi ha cercato di mettere in campo iniziative a sostegno della ripresa.
Da Venezia a Roma passando per Siracusa e Matera: sono solo alcune delle 29 città ad alta vocazione turistica che potranno accedere al nuovo aiuto a fondo perduto per le attività commerciali dei centri storici colpite dal calo dei turisti per la crisi sanitaria e le conseguenti necessario norme sul distanziamento.
Un sostegno voluto con forza dal Ministro Franceschini nel decreto Agosto approvato “salvo intese tecniche” dal Consiglio dei ministri settimana scorsa, pensato per sostenere queste realtà in un momento particolarmente critico.
Tra le città a più alta vocazione turistica d’Italia che devono fare i conti con il crollo delle presenze, specie degli stranieri, c’è Venezia. Ma soffrono anche Roma, Firenze, Bologna, Napoli, Palermo e Verbania.
Il provvedimento stanzia, dunque, un tesoretto da 500 milioni di euro, da destinare a un parziale ristoro per i soggetti che svolgono attività di vendita di beni o servizi al pubblico che abbiano subito un calo del fatturato di almeno un terzo rispetto al 2019, dovuto alla assenza di turismo internazionale. Il contributo verrà determinato sulla base di una percentuale variabile applicata alla differenza tra fatturato e corrispettivi di giugno 2020 con quelli di giugno 2019.
Ecco l’elenco completo delle città d’arte coinvolte: Venezia, Verbania, Firenze, Rimini, Siena, Pisa, Roma, Como, Verona, Milano, Urbino, Bologna, La Spezia, Ravenna, Bolzano, Bergamo, Lucca, Matera, Padova, Agrigento, Siracusa, Ragusa, Napoli, Cagliari, Catania, Genova, Palermo, Torino e Bari.
Il bonus centro storici non potrà essere cumulato dai ristoratori con l’altro bonus previsto dal decreto Agosto, ossia il contributo a fondo perduto per chi sostiene la filiera del Made in Italy al 100 per cento.