(Teleborsa) – “A settembre il trasporto pubblico sarà ai livelli precedenti l’allarme Covid”. Lo ha detto il Ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, nel corso dell’incontro con i rappresentanti delle Regioni e dei Comuni. Quando manca un mese a riapertura delle scuole e ripresa a pieno ritmo delle attività lavorative, esecutivo e Enti locali hanno fatto il punto su un tema a dir poco spinoso.
Le Regioni hanno espresso con i Comuni “forte preoccupazione”. Stefano Bonaccini, presidente della Conferenza delle Regioni, ha spiegato: “Dobbiamo trovare le soluzioni possibili che consentano la gestione dei servizi in un periodo in cui dovremo convivere con il contenimento del virus. E dobbiamo fare presto, per questo abbiamo dato la nostra massima disponibilità sin dalle prossime ore a trovare una soluzione condivisa” che deve arrivare – ha sottolineato – “all’inizio della prossima settimana perché i tempi stringono davvero”.
Divisori in plexiglass ai lati delle sedute tra i passeggeri sui bus extraurbani e treni regionali affinché tornino a pieno carico, mascherine per tutti i passeggeri, turnazioni per gruppi scaglionati di alunni in orari diversi, che in alcuni casi potrebbero anche anticipare l’entrata negli istituti. Queste le richieste delle Regioni con i Governatori che puntano ad ottenere una deroga al distanziamento e al limite del 60% di passeggeri, per permettere a bus e convogli regionali di tornare a viaggiare sfruttando la normale capienza consentita pre-Covid.
Il tempo stringe, ma si naviga ancora a vista. Nei prossimi giorni, infatti, Regioni, Province e Comuni predisporranno un tavolo con il Ministero del’Istruzione dove proporre, per far fronte alle esigenze del Tpl, una modifica dei tempi di entrata nelle scuole nell’arco di fasce orarie comprese tra le 7.30 e le 9.30 per le scuole secondarie (medie e superiori) e – dove necessario – maggiori linee bus nelle fasce orarie di entrata e uscita dagli istituti, tra le 7.30 e le 9.30 e tra le 13.00 e le 15.00.