(Teleborsa) – “L’aumento dei costi (+ 85%) cui fa riferimento la relazione della Corte dei conti Ue si riferisce a uno studio preliminare effettuato da Alpetunnel, negli anni ’90, che riguardava una galleria di base con una sola canna, anziché le due attuali diventate obbligatorie per le normative di sicurezza”.
È quanto dichiara Telt, il promotore pubblico incaricato di costruire e gestire l’infrastruttura, che precisa come il costo finale sia stato certificato “da un soggetto terzo a 8,3 miliardi di euro in valore 2012, convalidato e ratificato dagli Stati e ad oggi pienamente confermato”.
Nel ricordare le osservazioni del capo della relazione della Corte dei conti europea, Oskar Herics (‘Sono necessari maggiori sforzi per accelerare il completamento dei progetti infrastrutturali’), Telt rileva che “la realizzazione della Torino-Lione ha dovuto superare un numero considerevole di difficoltà, tra cui i ripetuti tentativi degli oppositori di ostacolare l’avanzamento dei lavori. Ciò ha comportato un notevole ritardo”.
La Torino-Lione “è pienamente integrata nel Green Deal, come attore di riequilibrio modale e strumento essenziale di una politica più verde”, ha poi aggiunto Mario Virano, direttore generale di Telt.