(Teleborsa) – Gli Stati Uniti hanno confermato il valore dei dazi sull’Unione europea, che riguarda 7,5 miliardi di prodotti, con tariffe del 15% sugli aeromobili e del 25% sugli altri prodotti, in attuazione della sentenza del WTO sugli aiuti di stato ad Airbus.
La United States Trade Representative, nella consueta revisione semestrale, ha deciso di confermare sia l’ammontare che le aliquote dei prodotti soggetti a dazio, pur potendo incrementare il regime tariffario di 4 miliardi. C’è solo una variazione qualitativa dei prodotti tassati, che avvantaggia Spagna e Regno Unito mentre penalizza Francia e Germania. Le modifiche entreranno in vigore il 1° settembre.
Salva l’Italia dall’aggiunta di nuovi dazi sul made in Italy, come vino, pellame, olio, pasta ed altri prodotti dell’agroalimentare, per un valore di circa 3 miliardi, che avrebbero potuto ricadere sotto un nuovo regime tariffario. Restano in vigore però le tariffe aggiuntive del 25% entrate in vigore ad ottobre 2019 su prodotti italiani come Parmigiano Reggiano, Grana Padano, Gorgonzola, Asiago, Fontina, Provolone, salami, mortadelle, crostacei, molluschi agrumi, succhi, amari e limoncello. Il valore dell’export agroalimentare italiano verso gli USA nel 2019 era di 4,7 miliardi ed i nuovi dazi avrebbero colpito almeno 3 miliardi di prodotti.
Grande soddisfazione del Sottosegretario Scalfarotto, secondo cui la decisione degli USA di non aggiungere alcun dazio ai prodotti italiani “premia gli sforzi del Governo ed in particolare della Farnesina” nel “mantenere un costante canale di dialogo con le autorità americane responsabili della politica commerciale”.
A dar voce alla soddisfazione del settore agroalimentare è Confagricoltura, secondo cui “l’inasprimento dei dazi avrebbe posto un ostacolo in più sulla strada verso la piena ripresa del sistema agroalimentare italiano dopo l’emergenza sanitaria”. “E’ anche importante rilevare che gli Stati Uniti hanno formalmente espresso la disponibilità a negoziare con la UE un accordo che metta fine al contenzioso ultradecennale”, ricorda il Presidente Massimiliano Giansanti, aggiungendo che questa “è una disponibilità che va colta con la massima urgenza da parte della Commissione europea”.
Accoglie con favore la notizia anche la Coldiretti, secondo cui i nuovi dazi avrebbero colpito il cibo Made in Italy “in un momento reso già difficile dall’impatto della pandemia sul commercio globale”.”Occorre impiegare tutte le energie diplomatiche per superare inutili conflitti che rischiano di compromettere la ripresa dell’economia mondiale duramente colpita dall’emergenza coronavirus”, ha affermato il presidente Ettore Prandini.
Fra i settori a rischio di nuovi dazi quello dei vini, comparto strategico e motore dell’export tricolore. “Ancora una volta l’Italia del vino rimane fuori dalla disputa commerciale Airbus”, afferma il Presidente dell’‘Unione Italiana Vini (UIV), Ernesto Abbona, parlando di “un successo fondamentale, ma purtroppo non definitivo, della diplomazia”. Ora – affema – “servirà intensificare il dialogo incoraggiando, anche in sede europea e internazionale, un percorso di cooperazione con gli Stati Uniti sui due fronti aperti”.