Le borse europee stanno aggravando le perdite di inizio giornata nel pomeriggio del 30 luglio, non certo aiutate dalle notizie provenienti Oltreoceano. Come previsto, il Pil statunitense del secondo trimestre ha registrato il calo più ampio dal secondo Dopoguerra (-32,9%), oltre ad aver osservato un ulteriore incremento nelle domande di sussidio di disoccupazione.
Mentre lo S&P 500 naviga in ribasso dell’1,26%, l’Euro Stoxx 50 cede un ben più negativo 3,62%.
Il Ftse Mib italiano, alle 16 e 34, è in calo del 3,42%; le altre piazze borsistiche del Vecchio Continente mostrano cedimenti analoghi, quando non superiori (il Dax è il listino più colpito, con un calo del 4,29%).
Fra i maggiori ribassi del listino principale di Borsa Italiana, spiccano i nomi di Eni e Saipem, il cui rosso supera abbondantemente la soglia del 7%. A pesare sul titolo Eni non sono solo le perdite, dovute al crollo dei prezzi energetici, ma anche la politica sui dividendi: se il prezzo del Brent si manterrà al di sopra dei 45 dollari al barile il dividendo avrà un valore base di 36 centesimi per azione cui si potrebbe aggiungere una componente variabile costituita dal 30-45% del free cash flow incrementale apportato da ulteriori aumenti nel prezzo del barile.
Il comparto energetico, con i conti di Total (8,4 miliardi di perdite nette) e Shell (perdita netta di 18,1 miliardi di dollari nel secondo trimestre), è stato fra i più colpiti nella giornata di oggi.