(Teleborsa) – L’economia spagnola potrebbe contrarsi fino tra il 16% e il 21,8% nel secondo trimestre rispetto al trimestre precedente, quando si era contratta del 5,2%, a causa della pandemia di Covid-19.
Sono le stime della Banca centrale spagnola che ha ipotizzato diversi scenari, a partire dalla possibilità di nuovi focolai di coronavirus e conseguenti nuove misure restrittive: in questo caso il crollo per il 2020 è stimato fino a -15,1%.
Per la ripresa, prosegue l’istituto, bisognerà attendere almeno la seconda parte dell’anno, con un Pil probabilmente in contrazione del 9-11,6%, in uno scenario più ottimistico rispetto alle ultime previsioni di una contrazione del 9,5-12,4%.
Di rilancio si potrà parlare solo nel 2021, quando la Banca centrale prevede una crescita tra il 7,7% e il 9,1% nel 2021 e tra il 2,4% e il 2,1% nel 2022 negli scenari più probabili, mentre in uno scenario peggiore la crescita potrebbe essere del 6,9% nel 2021 e del 4,0% nel 2022 .
L’emergenza Covid-19 porterà a un aumento della disoccupazione nel 2020 al 18,1%-19,6%, con un recupero stimato al 17,1%-17,4% nel 2022.
Stimato anche un deficit pubblico del 9,5%-11,2% nel 2020 e del 5,8%-6,8% nel 2021 negli scenari più probabili. La Banca centrale vede, inoltre, un rapporto debito pubblico/Pil del 115%-120% nel 2020, che rimarrebbe a livelli elevati nei prossimi due anni.