(Teleborsa) – “E’ stato concordato che il prossimo incontro” sul lavoro agile “si terrà entro il 15 ottobre”. Lo scrive la Confsal.
Urge una regolamentazione del lavoro agile, “adesso ancora più stringente per il settore privato in quanto il prossimo 15 ottobre dovrebbe terminare lo stato di emergenza sanitaria nel nostro Paese e, con esso, l’attuale meccanismo semplificato che consente al datore di lavoro privato di ricorrere allo smart working con una decisione unilaterale”. Così il Sindacato dopo la riunione, in remoto e a tavolo unitario con tutte le altre confederazioni Sindacali, con il Ministro del Lavoro Nunzia Catalfo.
Dal 16 ottobre in poi “si dovrà dunque ritornare, secondo quanto previsto dalla legge 81/2017, alla stipula volontaria di accordi individuali tra datori di lavoro e i singoli lavoratori, anche se in assenza di regole e di normative differenti”, si legge in una nota.
“Da quando è iniziata l’emergenza sanitaria nel nostro Paese, lo smart working ha rappresentato una sorta di “sperimentazione forzata”, disposta su atto unilaterale del datore di lavoro, che sebbene abbia consentito da un lato ai lavoratori di non interrompere la continuità lavorativa e dall’altro alle aziende di non fermare la produttività e di erogare così i propri servizi alla collettività, ha pero’ mostrato tantissime criticità e nodi che, a fronte di una previsione legislativa – la legge 81/2017 – troppo generica, devono essere urgentemente sciolti nel perimetro degli strumenti della contrattazione collettiva e non attraverso un intervento legislativo unilaterale”, conclude Confsal.
Per Mario Mantovani, Presidente di Cida, la Confederazione dei dirigenti e delle alte professionalità, “lo smart working è una forma di lavoro con grandi potenzialità, in grado di aumentare la produttività se gestito correttamente: occorre però trasformarlo da strumento di emergenza a una metodologia messa a regime e inserita in un ambito contrattuale”. Lo ha detto durante un’audizione presso il Ministero del Lavoro.
”Occorre spingere lo sguardo oltre l’emergenza per cogliere le opportunità delle trasformazioni in atto e per guidarne consapevolmente i processi, per ripensare il lavoro nell’ottica dell’innovazione digitale. E’ necessaria una disamina dei profili organizzativi, contrattuali, culturali, per approfondire il tema dello smart working valutandone l’impatto sulle persone e sulle organizzazioni e delineando le conseguenti modifiche dei paradigmi tradizionali della concezione del lavoro“, ha aggiunto.