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Riaperture bar e ristoranti, il documento Inail-ISS. Confesercenti: “Inapplicabile”

(Teleborsa) – Al termine dell’incontro di ieri con le Regioni, il Governo ha aperto – qualora i dati continuassero a essere positivi – alla possibilità di riapertura di bar e ristoranti a partire dal 18 maggio (anzichè dal 1 giugno come era stato stabilito in precedenza). Ovviamente, c’è un nodo tutt’altro che semplice da sciogliere: specie partendo dal presupposto che nella fase 2 uso delle mascherine e distanziamento sociale sono considerati vitali nella lotta al virus che è ancora tra noi.

Prenotazione obbligatoria come “ulteriore strumento di prevenzione, utile anche per evitare assembramenti di persone in attesa fuori dal locale”, rimodulazione della disposizione di tavoli e posti a sedere, definendo un limite massimo di capienza predeterminato che preveda uno spazio di norma non inferiore a quattro metri quadrati per ciascun cliente, fatta salva la possibilità di adottare altre misure organizzative, come per esempio le barriere divisorie. Queste le principali indicazioni contenute in due nuovi documenti tecnici sui settori della ristorazione e delle attività ricreative di balneazione pubblicati sul sito dell’Inail, realizzati in collaborazione con l’Istituto superiore di sanità (Iss).

E se i clienti dovranno indossare la mascherina in attività propedeutiche o successive al pasto al tavolo (esempio pagamento cassa, spostamenti, utilizzo servizi igienici), per camerieri e cuochi mascherine e guanti in nitrile ogni volta che è possibile.

Nel Documento relativo al settore della balneazione, tra le altre cose, per garantire il corretto distanziamento sociale in spiaggia, si raccomanda una distanza minima tra le file degli ombrelloni pari a cinque metri e tra gli ombrelloni della stessa fila di quattro metri e mezzo.

Arriva subito il no di Confesercenti che parla senza mezzi termini di “regole del tutto inapplicabili, che ridurrebbero la capacità dei ristoranti ad un terzo di quella attuale, obbligandone migliaia alla chiusura definitiva“. Le imprese della somministrazione Fiepet Confesercenti, dunque, bocciano le linee guida sulla ristorazione diffuse dall’Inail.

“Norme eccessivamente rigide, spesso anche confuse – incalza Fiepet Confesercenti – ed elaborate senza la partecipazione degli imprenditori del comparto, la cui applicazione metterebbe a serio rischio il settore, che dà lavoro a 300mila imprese e 1,2 milioni di dipendenti”. “La dimensione media di un ristorante, in Italia, è di 80 metri quadrati. Secondo le linee guida, una capienza sufficiente per appena 20 persone”, commenta il Presidente di Fiepet Confesercenti Giancarlo Banchieri. “Si tratta chiaramente di una condizione antieconomica, che impedisce di riavviare l’attività a meno di non raddoppiare i prezzi attuali: ma anche questo ci porterebbe alla chiusura. Al danno si aggiunge poi la beffa: non ci sono le condizioni per riaprire, ma non si può licenziare. Una situazione insostenibile”.

Prosegue Banchieri: “Occorrerà introdurre subito nuovi sostanziosi sostegni economici a fondo perduto per gli operatori, o i ristoranti rimarranno chiusi. Non basteranno certo i bonus da 600 o 800 euro a salvare la ristorazione italiana. Invitiamo le Regioni ad intervenire, per concordare con le categorie interessate protocolli alternativi che riescano a contemperare le esigenze di sicurezza con quelle di natura imprenditoriale”.


Fonte: http://news.teleborsa.it/NewsFeed.ashx

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