(Teleborsa) – Promuovere processi di rigenerazione di ambiti urbani specificamente individuati al fine di concorrere alla riduzione del disagio abitativo e insediativo, con particolare riferimento alle periferie, all’incremento della qualità dell’abitare e di parti di città, nonché allo sviluppo dell’edilizia residenziale pubblica. Questo l’obiettivo del decreto per l’erogazione dei finanziamenti per la “Qualità dell’abitare” firmato oggi dal ministro Paola De Micheli, di concerto con i ministri Roberto Gualtieri e Dario Franceschini. Il decreto reca le procedure per la presentazione delle proposte, i criteri per la valutazione e le modalità di erogazione dei finanziamenti, pari 853,81 milioni di euro fino al 2033, per l’attuazione del “Programma innovativo nazionale per la qualità dell’abitare”.
“In sostanza – spiega De Micheli – gli interventi saranno finalizzati a incrementare l’edilizia residenziale pubblica, a realizzare soluzioni durevoli per la rigenerazione del tessuto socio economico, per l’arricchimento culturale, la qualità dei manufatti, dei luoghi e della vita delle persone in un’ottica di innovazione e sostenibilità, senza consumo di nuovo suolo”.
Il Programma, che si rivolge alle Regioni (anche come soggetti aggregatori di strategie di intervento coordinate con i Comuni), alle città metropolitane e ai comuni con più di 60mila abitanti, – spiega il Mit in una nota – consente di presentare fino a 3 proposte per uno o più specifici ambiti del proprio territorio. Il 34% delle risorse complessive sarà destinato alle regioni del Mezzogiorno e il contributo massimo per ogni proposta è di 15 milioni di euro.
“Si tratta – ha sottolineato Gualtieri – di un altro intervento importante nella strategia complessiva del governo, che mira allo stesso tempo a dare sostegno alle fasce più disagiate della popolazione e a riqualificare la vita nelle nostre città: stanziamo fondi per garantire più sicurezza e più decoro in aree che adesso sono degradate, e per il recupero del patrimonio edilizio con criteri di qualità e di eco-sostenibilità. I quartieri delle nostre periferie possono e devono diventare più vivibili, fermando il consumo del suolo e rilanciando gli interventi di edilizia residenziale pubblica secondo una visione moderna. il Programma per la qualità dell’abitare vuole rispondere alle esigenze e alle aspettative di milioni di famiglie che hanno diritto a vivere in case e in quartieri degni di un Paese avanzato”.
Nel dettaglio sono cinque sono le linee principali d’azione sulle quale si indirizza la ricerca delle proposte: riqualificazione e riorganizzazione del patrimonio destinato all’edilizia residenziale sociale e incremento dello stesso; rifunzionalizzazione di aree, spazi e immobili pubblici e privati anche attraverso la rigenerazione del tessuto urbano e socioeconomico e all’uso temporaneo; miglioramento dell’accessibilità e della sicurezza dei luoghi urbani e della dotazione di servizi e delle infrastrutture urbano-locali; rigenerazione di aree e spazi già costruiti, soprattutto ad alta tensione abitativa, incrementando la qualità ambientale e migliorando la resilienza ai cambiamenti climatici anche attraverso l’uso di operazioni di densificazione; individuazione e utilizzo di modelli e strumenti innovativi di gestione, inclusione sociale e welfare urbano nonché di processi partecipativi, anche finalizzati all’autocostruzione. La presentazione delle proposte avverrà in due fasi: nella prima (Fase 1) bisognerà trasmettere una Proposta complessiva preliminare indicante la strategia nel suo complesso e l’insieme di interventi atti a raggiungere le finalità prescritte e che saranno esaminati dall’Alta Commissione secondo specifici criteri; nella seconda (Fase 2), per tutte le proposte ammesse, è prevista la trasmissione della Proposta complessiva finale, indicante lo stato di avanzamento della stessa. Sono ammesse a finanziamento anche le proposte definite “Pilota”, vale a dire quelle ad alto impatto strategico sul territorio nazionale, da cofinanziarsi anche con eventuali ulteriori risorse, ivi comprese quelle del Recovery Fund, come da eventuali indicazioni europee e nazionali, in quanto orientate all’attuazione del Green Deal e della Digital Agenda.
Entro 120 giorni dalla pubblicazione in Gazzetta si dovranno presentare le domande, mentre – fa sapere il Mit – “si prevede che entro la prossima primavera verranno erogati gli acconti della Fase 1”. Entro il 31 gennaio di ogni anno la Direzione generale dell’edilizia statale e gli interventi speciali del Mit, competente per l’attuazione del Programma, predisporrà una relazione annuale al Parlamento, sullo stato di avanzamento delle proposte ammesse a finanziamento.