(Teleborsa) – La Commissione UE “è stata in contatto con le autorità italiane sul piano” per il salvataggio della Popolare di Bari, e “sulla base delle informazioni rese disponibili a Bruxelles dalle autorità italiane durante questi scambi, l’intervento nella Banca Popolare di Bari sembra essere conforme al mercato e quindi la misura in questione non costituisce aiuti di Stato”: lo fa sapere un Portavoce della Commissione UE.
Nella giornata di ieri, intanto,dopo diverse settimane di trattative, è stata siglata a Roma l’intesa tra i sindacati bancari Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca, Unisin e i commissari della Banca Popolare di Bari che, spiegano i sindacati “getta le basi per il salvataggio dell’istituto di credito pugliese”.
Nel testo sottoscritto, sul totale di 2.700 dipendenti, previsti circa 650 esuberi, spalmati su un arco temporale di 10 anni anche con l’utilizzo delle norme per l’anticipo della pensione “Quota 100”. Pensionamenti e prepensionamenti saranno gestiti solo su base volontaria e permetteranno un risparmio di 67 milioni di euro. Saranno chiuse 91 filiali, meno rispetto alla richiesta dei commissari di 94. Scongiurata, poi, qualsiasi ipotesi di esternalizzazione e confermati tutti i contratti di lavoro a tempo determinato.