(Teleborsa) – La spesa previdenziale italiana al netto dell’Irpef versato dai pensionati e al netto della quota assistenziale che è in molte pensioni è circa l’8% del Pil ed è sostenibile. È quanti ha affermato il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico nel corso di una audizione alla Commissione bicamerale di controllo degli enti previdenziali.
Il totale della spesa dell’Inps – ha evidenziato Tridico riferendosi al 2018 – “è il 18% del Pil, ma in questa sono comprese anche le prestazioni temporanee. La spesa pensionistica supera di poco il 15% del Pil ma questa non è solo previdenziale, tre punti percentuali di questa spesa sono assistenza. Se poi al poco meno del 12% che resta togliamo i 58 miliardi di Irpef che i pensionati versano e rientrano allo Stato la spesa vera e propria scende all’8%. Sulla base di questi dati – ha aggiunto – io dico sempre che il sistema pensionistico italiano contributivo è sostenibile. Sulla parte che grava sulla fiscalità generale la decisione è politica”.
RIFORMA DELLA PREVIDENZA – Parlando della riforma della previdenza il presidente dell’Inps ha auspicato “un’età di riferimento per l’uscita verso la pensione con riduzioni per le lavoratrici madri e per chi ha fatto lavori gravosi e usuranti” aggiungendo che “laddove si passi al contributivo la flessibilità è un atto dovuto”. Chi ha interamente applicato il calcolo contributivo (chi quindi ha cominciato versare contributi dal 1996 o chi opti per questo calcolo), infatti – ha spiegato – avrà un assegno commisurato ai contributi versati. “Siamo in un periodo di transizione – ha sottolineato – la legge dovrebbe dare grande flessibilità. Bisogna superare l’età di pensionamento uguale per tutti i lavoratori, questo è il punto, tenendo conto della gravosità dei lavori, fermo restando un’età minima di uscita da cui si opera una certa flessibilità”.
FONDO COMPLEMENTARE INPS – Tridico è, poi, tornato sulla sua proposta di istituire un Fondo pubblico Inps dedicato ai trattamenti previdenziali complementari. “Crea un’alternativa in più – ha affermato – siamo in un mondo concorrenziale e il pubblico non può fare concorrenza? L’Inps, che gestisce il più grande sistema pensionistico d’Europa non può fare pensioni complementari?”. Il Fondo, per il presidente dell’Istituto rappresenterebbe una risorsa per i lavoratori con i redditi più bassi, o con attività precarie, che, attualmente, non riescono ad accedere ai fondi di previdenza complementari tradizionali. Tuttavia, anche se il dibattito è aperto, la proposta incontra la contrarietà di Cgil, Cisl e Uil.
DOMANDE QUOTA 100 – Nel corso dell’audizione Tridico ha fornito i dati riguardanti Quota 100. “Finora – ha affermato il presidente dell’Inps – sono state accolte 151mila domande per Quota 100: 42mila domande di queste hanno riguardato dipendenti pubblici, 75mila privati e 34mila autonomi”.