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Pensioni, Governo e sindacati al lavoro per riforma decennale

(Teleborsa) – E’ ufficialmente partita la trattativa fra Governo e sindacati per riformare il sistema pensionistico italiano. L’obiettivo comune è superare la rigidità della Legge Fornero e lo scalone di Quota 100, mettendo a punto una riforma, con forme di flessibilità in uscita, che abbia almeno con un orizzonte temporale decennale. La strada è “ancora lunga” ma l’esito del voto delle regionali che dà stabilità al Governo Conte consente perlomeno di partire con il piede giusto. Il calendario dei prossimi incontri è stringente: quattro tavoli tecnici a febbraio, una prima verifica a marzo e un bilancio complessivo a settembre, se la quadra sarà trovata e le risorse saranno disponibili, il riassetto entrerà nella Nota di aggiornamento al Def per essere approvato con la manovra per il 2021. E’ l’esito del primo confronto al Ministero del Lavoro con i leader di Cgil, Cisl e Uil che si dicono “soddisfatti” per il “serio” lavoro messo in cantiere. Nel pomeriggio sarà la volta delle altre sigle sindacali: alle 15 Cisal, Confsal, Usb, Ugl ed alle 17.30 il tavolo si concluderà con Cida, Confedir, Cosmed, Codirp, Cgs, Cse, Unadis, Usae.

“Abbiamo avuto un incontro molto positivo, abbiamo fissato un fitto calendario di incontri, si parte dai giovani”, ha affermato la Ministra del Lavoro Nunzia Catalfo al termine del tavolo, annunciando che oggi stesso nominerà con un decreto la commissione di esperti che accompagnerà questo percorso. “Siamo tutti d’accordo – ha aggiunto Catalfo – che serva un intervento che dia stabilità ai lavoratori, quantomeno decennale, quindi strutturale. Penso che in tempi brevi arriveremo ad un percorso condiviso che dia maggiore flessibilità in uscita”.

Anche il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, plaude al metodo. “L’importante è che si sia avviato un confronto serio -ha sottolineato – un inizio importante che va nella direzione di rispondere alla nostra piattaforma. Abbiamo convenuto che questi incontri di carattere tecnico avranno una verifica politica a marzo, perché ci interessa che la direzione sia chiara: non vogliamo qualche aggiustamento di qualche parte della legge Fornero, vogliamo una vera e propria revisione della legge che dia stabilità al sistema nei prossimi anni e che sia in grado di dare risposte a partire dai giovani e dalle donne che sono le più penalizzate in questi anni”. Landini ha aggiunto, inoltre, che “in tutti questi incontri saranno presenti rappresentanti del Ministero dell’Economia perché stiamo parlando di questioni che riguardano anche aspetti economici molto importanti”. Secondo il sindacalista “servono regole comuni ad esempio di uscita flessibile dai 62 anni, ma servono anche misure che riconoscono le differenze tra uomini e donne così come tra i lavori gravosi”. La decisione di fare la verifica a marzo, ha fatto notare ancora Landini, nasce dal fatto che il governo intende fare una discussione sul Def, in modo da avere “chiara la strada da percorrere”. Questo, ha aggiunto, “è un punto importante. Nelle prossime ore sarà fissato anche un incontro sul problema degli esodati e dei lavoratori a part time verticale”.

A sottolineare l’esigenza di una riforma nel segno dell’equità è stato il segretario generale aggiunto della Cisl, Luigi Sbarra. “Ci auguriamo che questo confronto possa essere un primo passo che apra a un cammino di condivisione e partecipazione della riforma delle regole sulla previdenza. Il tema di una maggiore e più sostenibile flessibilità in uscita dal mercato del lavoro deve essere considerato prioritario – ha evidenziato – i limiti del sistema Fornero sono evidenti, a cominciare dal più importante: i lavori non sono tutti uguali. Oggi noi abbiamo un problema di sostenibilità sociale che riguarda milioni di lavoratori che svolgono lavori faticosi, pesanti e usuranti, a cui si applicano le stesse regole di tutti gli altri. Questa distorsione va rimossa”. Sbarra ha citato anche tre capitoli da cui recuperare risorse da “canalizzare” nella riforma: il minor utilizzo di Quota 100, Ape sociale e lavori precoci. “Tre voci i cui risparmi possono essere in parte reinvestiti”, ha affermato.

Anche per Carmelo Barbagallo, leader della Uil, l’incontro “è andato bene” ma occorre considerare anche il tema della compatibilità economica. “L’incontro è andato bene – ha osservato – abbiamo iniziato a parlare delle pensioni in essere e della riforma della previdenza. Ogni tema che affronteremo deve essere collegato alla compatibilità economica. Oggi – ha aggiunto – abbiamo stabilito un metodo di lavoro che ci porterà fino a marzo, dove ci sarà la prima discussione sulla riforma fiscale che dobbiamo portare avanti”. Secondo Barbagallo “per evitare che si diano i numeri a caso, si deve continuare con il confronto. Non dobbiamo inventarci la flessibilità in uscita, abbiamo il problema delle pensioni in essere, c’è molta carne sul fuoco che ha bisogno di essere affrontata. La modifica della Fornero si può fare se ci sono i soldi per farla e noi dobbiamo batterci per questo”.

La road map della riforma è definita. Le date delle prossime riunioni sono: il 3 febbraio alle 15 su pensioni di garanzia per i giovani, il 7 febbraio su rivalutazione pensioni ed il 10 febbraio sulla flessibilità in uscita. Il 19 febbraio ci sarà un nuovo incontro sulla previdenza complementare. Da definire la data per la non autosufficienza. Inoltre, saranno costituite tre commissioni, sulla separazione tra previdenza e assistenza, sui lavori gravosi e sull’impatto economico delle misure. E un altro tema “sarà la pensione di garanzia per i giovani per dare loro un futuro pensionistico”, ha spiegato Catalfo.


Fonte: http://news.teleborsa.it/NewsFeed.ashx

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