(Teleborsa) – Aumento record della disoccupazione in Italia che a febbraio 2020 era ancora ben al di sopra del livello pre-crisi 2008 e che dovrebbe raggiungere il 12,4% a fine 2020, “cancellando quattro anni di lenti miglioramenti”.
È quanto afferma l‘Ocse nel capitolo sull’Italia del suo Employment Outlook, secondo cui “se la pandemia sarà tenuta sotto controllo, la disoccupazione dovrebbe, poi, scendere gradualmente all’11% entro la fine del 2021, comunque ben al di sopra del livello pre-crisi”, ma solo in uno scenario mite.
“In caso di una seconda ondata pandemica a ottobre-novembre – avverte l’ente francese – la disoccupazione aumenterebbe ulteriormente, con il rischio concreto di restare strutturalmente a livelli elevati nel medio e lungo periodo“.
In tal caso, “il tasso di disoccupazione in Italia sarebbe ancora all’11,5% alla fine del 2021, vicino al picco registrato durante la crisi del 2008 e due punti percentuali più elevato rispetto a quello di fine 2019″
Doppia stima anche per tutti i Paese dell’area Ocse, a seconda di una nuova ondata pandemica a fine 2020. Se la pandemia sarà tenuta sotto controllo, l’occupazione in tutta l’Ocse dovrebbe diminuire del 4,1% nel 2020 e crescere solo dell’1,6% nel 2021. Di conseguenza, il tasso di disoccupazione dell’Ocse dovrebbe raggiungere il massimo storico del 9,4% entro la fine del 2020 e scendere solo al 7,7% nel 2021. Nel caso di una seconda ondata del virus e nuove chiusure, la crisi sarebbe peggiore e più prolungata.
Tornado all’Italia, dall’Ocse arriva anche la raccomandazione “adattare” la Cassa integrazione “in modo da dare a imprese e lavoratori i giusti incentivi a riprendere l’attività o a cercare un altro posto di lavoro”.
L’organizzazione suggerisce “una partecipazione ai costi della cassa integrazione da parte delle imprese, incentivi alla ripresa e alla ricerca di un altro lavoro e la promozione di attività formative” come “strumenti che politica e parti sociali possono considerare per i prossimi mesi per far evolvere la cassa integrazione alla nuova situazione”.
Altro avvertimento è quello legato alla sicurezza su posto di lavoro che per il nostro Paese deve essere “priorità assoluta” dato che praticamente un occupato su due svolge mansioni che implicano interazione fisica. “Il 49% dei lavoratori in Italia – spiega l’ente parigino – è occupato in lavori che richiedono un certo grado di interazione fisica. Elevati standard di sicurezza sul posto di lavoro restano quindi una priorità assoluta nei prossimi mesi”.
L’Ocse raccomanda anche di “riconsiderare” il divieto di licenziamento deciso a seguito della pandemia di coronavirus assieme ai limiti all’assunzione di lavoratori a termine, perché bisogna “evitare che l’aggiustamento si scarichi interamente sui lavoratori senza un contratto a tempo indeterminato“.
“L’accesso e il livello delle prestazioni di sostegno al reddito dovranno essere rivisti con l’evolvere della crisi, in particolare per evitare che le persone cadano in povertà”, ha poi aggiunto l’Ocse nell’Employment Outlook, chiedendo che “il funzionamento del reddito di cittadinanza e del reddito di emergenza dovrebbero essere riconsiderati per garantire che le famiglie più bisognose siano davvero sostenute”.
Al tempo stesso “l’Italia deve agire rapidamente per aiutare i propri giovani a mantenere un legame con il mercato del lavoro, per esempio riprendendo e rinnovando significativamente il programma Garanzia giovani. Incentivi all’assunzione, concentrati sui gruppi più vulnerabili – conclude l’Ocse – possono contribuire a promuovere la creazione di nuovi posti di lavoro”.