(Teleborsa) – “Borghi dice di non prendere i fondi del Mes perché hanno una seniority maggiore rispetto a quella del nostro debito pubblico. Ma avere una seniority maggiore significa, semplicemente, che, in caso di default dell’Italia, prima verrebbero rimborsati i fondi presi a prestito dal Mes e dopo verrebbero rimborsati i sottoscrittori di Btp italiani”. È quanto sottolinea l’economista e docente Innovation Academy Trentino Sviluppo, Andrea Ferretti, rispondendo alle considerazioni sull’adesione dell’Italia al Mes espresse dal deputato antieuropeista della Lega Claudio Borghi.
“Preoccuparsi, in caso di default dell’Italia, di una teorica corsia preferenziale del Mes, ha molto di campagna antieuropeista e molto poco di economia. In caso di default dell’Italia – spiega Ferretti – con un debito pubblico che marcia allegramente verso i 2600 miliardi, i 30 miliardi che potremmo prendere dal Mes sarebbero davvero l’ultimo dei nostri problemi. Inoltre, se è vero che i fondi del Mes godono di una seniority maggiore, molto probabilmente tale privilegio lo avrà anche il prestito del Recovery Fund. E rinunciare anche ai 127 miliardi di prestito del Recovery Fund mi sembrerebbe davvero poco opportuno”.
Tra le motivazioni del secco no di Borghi al Mes vi è anche il timore che, affiancando al nostro debito pubblico tradizionale, un nuovo debito pubblico, quello del Mes, con una seniority maggiore, vengano penalizzati i sottoscrittori di Btp italiani. Un’eventualità che, per il deputato leghista, porterebbe questi ultimi a chiedere rendimenti maggiori con, di conseguenza, un aggravio della nostra spesa per interessi. “Anche questa considerazione – replica Ferretti – sembra, tuttavia, più di natura elettorale che economica, essenzialmente per due motivi. La quota del Mes ipotetica, pari a 30 miliardi, costituisce più o meno l’1% del nostro debito pubblico, fatto che rende davvero economicamente inconsistente la preoccupazione del senatore Borghi. Bisogna, poi, considerare che il Covid è un eco-virus, ossia un virus che non colpisce solamente l’uomo ma anche le economie. Dunque, impiegare nella sanità i fondi del Mes non solo rafforza il nostro sistema sanitario nazionale ma rafforza il nostro tessuto produttivo limitando, così, le probabilità di incorrere in possibili ulteriori lockdown”.
In conclusione, per Ferretti, l’adesione dell’Italia al Mes andrebbe a “limitare quell’incertezza che è il fattore che i nostri sottoscrittori di Btp temono di più, con ovvi benefici sulla nostra spesa per interessi“.
La posizione cavalcata dalla Lega – ovvero “niente Europa, niente Mes, autarchia un’unica via, facciamo tutto con le nostre emissioni di Btp e gli italiani ci seguiranno” – presenta, inoltre, un’evidente contraddizione. “Come hanno, a bassa voce, ribadito Salvini e company – evidenzia Ferretti – ovviamente la Bce questi titoli ce li dovrà comprare”.