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Mes, da UE nessun monitoraggio o aggiustamento dei conti

(Teleborsa) – La Commissione Europea non effettuerà nessuna missione ulteriore, oltre a quelle standard del Semestre europeo, per verificare le spese collegate al Mes, controllando la sola condizione, cioè che il credito venga usato per le spese sanitarie legate al Covid-19. Inoltre non effettuerà alcuna richiesta di aggiustamento macroeconomico, nemmeno ex post, ai Paesi che chiederanno gli aiuti.

È quanto si legge in una lettera invita dal vice presidente della Commissione Valdis Dombrovskis e il Commissario per gli Affari Economici Paolo Gentiloni al presidente dell’Eurogruppo Mario Centeno.

La lettera chiarisce dunque quali saranno le azioni di controllo che Bruxelles effettuerà sulla nuova linea di credito, specificando che il monitoraggio avverrà soltanto sulla “unica condizionalità” posta, cioè che sia usata a “supporto delle spese dirette e indirette in ambito sanitario, per la cura e la prevenzione e i relativi costi”.

“La Commissione ritiene che non ci sia bisogno di reporting aggiuntivo“, scrivono i commissari, e che “non condurrà missioni ad hoc in loco, oltre a quelle previste dal Semestre europeo”.

Inoltre si chiarisce che “non si applicano i programmi di aggiustamento macroeconomico” visto il “limitato utilizzo della linea di credito” e che “il monitoraggio rafforzato terminerà quando la linea di credito cesserà di esistere o, prima, quando saranno utilizzati tutti i fondi”.

Infine, sempre a causa della limitata ampiezza dello strumento, non si applicano le regole che danno mano libera alla Commissione di chiedere “correzioni aggiuntive dei conti” nell’ambito del monitoraggio.

L’impatto della pandemia “pone dei rischi per la stabilità finanziaria dell’Eurozona, ma allo stesso tempo la situazione economica è fondamentalmente solida”, scrive poi la Commissione nella valutazione di idoneità al Mes.

In tutti i 19 Paesi della zona euro “i debiti pubblici sono sostenibili, si manterrà l’accesso ai mercati a condizioni ragionevoli, nessuno è in procedura per debito o deficit e per la BCE non ci sono problemi di solvibilità del settore bancario“.

Il focus in particolare è sull’Italia la cui analisi della sostenibilità del debito “indica che, malgrado i rischi, il debito resta sostenibile nel medio termine, anche grazie a importanti fattori mitiganti” come il profilo del debito, con scadenze medie a 8 anni che smorzano i rischi dei temporanei aumenti dei tassi.

Quindi, conclude la Commissione, “anche se il debito si deteriora per la crisi del COVID-19, il rapporto debito/Pil nello scenario di base resta su una traiettoria di discesa nel medio termine”.


Fonte: http://news.teleborsa.it/NewsFeed.ashx

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