(Teleborsa) – La Germania sarà solidale ma entro i limiti dei trattati europei che possono anche essere ridiscussi ma non ora, quando servono soluzioni veloci e immediate per fronteggiare la crisi dovuta alla pandemia Covid-19.
A dirlo è Angela Merkel, rispondendo ad alcune domande in vista del consiglio europeo di giovedì prossimo e, in particolare, sulla pressione per gli eurobond che arriva soprattutto dall’Italia.
“La Germania non solo vorrebbe essere solidale, ma lo sarà. Deve però esserlo nella cornice degli attuali trattati europei e con uno sguardo a tutti gli Stati europei”, ha dichiarato la Cancelliera. “Io dico sempre che alla Germania le cose non possono andar bene se non vanno bene all’Europa”, ha aggiunto.
“È doloroso per me dover sempre ripetere cose che sono scontate”, ha dichiarato ribadendo che “la Germania può stare bene soltanto se l’Europa sta bene”, e dunque al di là della doverosa solidarietà ne va anche dell’interesse del paese.
Merkel ha anche aperto a una revisione dei trattati UE, ma ha sottolineato le tempistiche lunghe di tale operazione, non utile in questo momento. “Si può anche discutere di nuovi trattati, ma servono due tre anni per trovare soluzioni. E in questa pandemia abbiamo bisogno di soluzioni veloci“, ha infatti risposto.
Parlando alla stampa tedesca, la Cancelliera ha ribadito che ad ora “siamo solo alle prime battute della pandemia. Il mio ammonimento è che si resti concentrati. Non sentiamoci al sicuro neppure per un secondo“, ha continuato.
Già in mattinata Merkel aveva respinto di nuovo il ricorso agli eurobond, ribandendo nella seduta del gruppo parlamentare della Cdu che sarebbero la strada sbagliata, come riportato dall’APA-Reuters, riferendo quanto affermato da un partecipante alla riunione.
Lo stesso portavoce di Merkel, Steffen Seibert, rispondendo ad una domanda in conferenza stampa sulla posizione della Cancelliera su eurobond e coronabond, ha ribadito che “la nostra posizione non è cambiata. In molte analisi vengono segnalate difficoltà costituzionali e sul piano del diritto europeo, e a queste rimandiamo”.