Fra il 23 marzo e fine giugno gli indici globali hanno registrato rendimenti superiori al 30% e, in alcuni casi, anche al 40% (Nasdaq +46%, Dax +40%, Brasile +50%).
Dopo la prima settimana di giugno tuttavia questo movimento, che precedentemente non aveva quasi conosciuto esitazioni, ha lasciato spazio a maggiore nervosismo e erraticità.
Che cosa aspettarsi nelle prossime settimane?
“In assenza di notizie realmente negative il mercato azionario ha ancora benzina per correre dal punto di vista tecnico” spiega Antonio Anniballe, gestore del team Multi Asset Italia di GAM (Italia) SGRl, che tuttavia suggerisce di porre attenzione a tutta una serie di fattori che potrebbe influenzare l’andamento delle Borse.
A partire dal Covid:
“L’ascesa dei casi negli USA ha alimentato la volatilità delle ultime settimane. Il timore è che il completamento delle riaperture rallenti, come avvenuto in Texas, condizionando l’uscita dalla profondissima recessione del secondo trimestre. A questo riguardo, la chiave sarà monitorare quanto questa nuova esplosione di casi si traduca in ospedalizzazioni: un’eventuale sofferenza dei sistemi sanitari degli Stati coinvolti forzerebbe anche le Amministrazioni repubblicane più restie a nuove chiusure, con conseguenze prevedibili sulla tenuta de mercati” spiega Anniballe.
Un altro aspetto di cui si dibatte ampiamente riguarda le valutazioni, ai massimi storici.
“Certamente il Nasdaq su valori pari a 30 volte gli utili rievoca tristi scenari del passato, ma la prognosi in questo caso non è così scontata. Numeri di questo tipo, riscontrabili su quasi tutti i mercati, sono inevitabilmente viziati da un denominatore (gli utili) crollato negli ultimi mesi: in questo senso, una rapida normalizzazione dell’economia porterebbe con sé la normalizzazione di utili e valutazioni” continua l’esperto.
In quest’ottica appare rilevante è quindi analizzare i dati sulla ripresa dei consumi in Europa e USA:
“Al momento vendite al dettaglio e fiducia dei consumatori confortano su un rapido recupero della domanda, benché il progresso troppo lento del mercato del lavoro desti qualche preoccupazione. Un altro parametro importante sarà fornito dalla stagione delle trimestrali ormai imminente, che permetterà non solo di saggiare le dimensioni dell’arretramento degli utili, ma – ancora più importante – di avere indicazioni preziose dalle società sulle aspettative riguardo ai trimestri successivi”.
In ultimo, a completamento dell’analisi, è sempre utile considerare “sentiment” e flussi.
“Indipendentemente dai fondamentali, è improbabile che vi siano correzioni prolungate se il posizionamento degli operatori è “leggero”. In questo caso, l’esame di un ampio spettro di fattori tecnici (call/put, flussi azionari, beta di CTA e hedge fund, posizionamento di dealer e smart money, etc) ci lascia indicazioni sostanzialmente neutrali: non siamo più su livelli risk off, ma non ancora di euforia, non certo quanto ci si aspetterebbe dopo un rally così prolungato” conclude il gestore.