(Teleborsa) – Se già prima dell’esplosione della pandemia, arrivavano segnali preoccupanti dal mercato del lavoro, adesso il quadro è ancora più incerto e pieno di incognite.
Dare continuità agli ammortizzatori sociali fino alla fine dell’anno. I Segretari confederali di Cgil, Cisl e Uil con delega al mercato del lavoro, Tania Scacchetti, Luigi Sbarra e Ivana Veronese, hanno inviato al Ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, e al Presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, una lettera per mettere nero su bianco le proprie preoccupazioni sull’efficacia e sulla durata degli interventi di Cigo, Assegno Ordinario e Cig in deroga.
“E’ necessario, prima di tutto, conoscere con certezza lo stato reale delle liquidazioni dei pagamenti dei “trattamenti Covid” – scrivono – ma soprattutto è necessario dare una accelerazione effettiva alle erogazioni dei trattamenti che consenta ai troppi lavoratori ancora in attesa di vedersi accreditati gli importi in tempi brevissimi”. “Infatti – spiegano Scacchetti, Sbarra e Veronese – la difficile situazione economica che sta investendo tutti i nostri settori produttivi e dei servizi continuerà ancora per molti mesi e, senza adeguati strumenti di sostegno al reddito, l’emergenza sanitaria rischia di trasformarsi in una vera e propria emergenza sociale”.
In una situazione straordinaria servono azioni straordinarie. “Le misure messe in campo dal Governo con i Decreti Cura Italia e Rilancio – continuano – si stanno rilevando insufficienti, in particolare, per tutte quelle imprese costrette alla chiusura sin dai primi giorni di marzo, che rimarranno senza nessun ammortizzatore sociale già alla fine di giugno e senza la possibilità di richiedere ulteriori periodi di integrazione salariale sino al primo settembre”
Secondo i dirigenti sindacali occorre realizzare un attento monitoraggio della spesa e una verifica puntuale circa le disponibilità finanziarie per Cigo, Fis, Cassa in Deroga e di tutti i Fondi di solidarietà bilaterali per avere certezza della sostenibilità economica per tutti i provvedimenti di integrazione salariale”.