(Teleborsa) – L’offerta pubblica di scambio di agli azionisti punta a far nascere un “colosso bancario europeo”. Lo ha chiarito Paolo Grandi, responsabile della governance del gruppo torinese, in un’intervista odierna al quotidiano la Provincia Pavese, precisando che non si tratta di una “scalata ostile”, né aggressiva. E’ “una proposta operativa per percorrere la stessa strada, insieme, ma su un’auto più potente e più comoda”.
Alla domanda su quali potrebbero essere gli effetti sull’occupazione, Grandi ha risposto rassicurando che “non c’è alcuna volontà di spostare altrove chi lavora a Pavia o di ristrutturare. Non siamo di fronte a un’operazione di ristrutturazione odi salvataggio e quindi non sono previsti esuberi. Se ci dovessero essere richieste di prepensionamento, al contrario, assumeremo un giovane ogni due uscite. E, soprattutto per i giovani, si tratta di una grande occasione”, crescere professionalmente in maniera costante”.
Il responsabile governance ha rassicurato inoltre sulla potenziale chiusura di sportelli sul territorio. “Non necessariamente – ha risposto -. L’ultima parola spetterà all’Antitrust e qualcosa dovrà essere ceduto, ma non per questo gli sportelli chiuderanno. E non necessariamente gli sportelli da cedere saranno quelli di UBI, potrebbero essere anche Intesa in base alla nuova calibratura dei servizi sul territorio che, in generale, saranno potenziati”.
Agli azionisti Grandi spiega che “da un’operazione di crescita per entrambi i gruppi possono soltanto trarre vantaggi: dai dividendi fino al premio del 28%.
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