(Teleborsa) – Con l’inizio del nuovo anno, nel mese di gennaio, è ufficialmente entrata nel vivo la trattativa fra Governo e sindacati per riformare il sistema pensionistico italiano.
Macro obiettivo dichiarato superare la rigidità della Legge Fornero e lo scalone di Quota 100, mettendo a punto una riforma, con forme di flessibilità in uscita, che abbia almeno con un orizzonte temporale decennale. Ma la flessibilità non è l’unico tema al centro del confronto: al centro anche giovani, donne, previdenza integrativa e meccanismi di rivalutazione. In particolare, l’attenzione sarà rivolta alle pensioni dei giovani, che con carriere discontinue e calcolo interamente contributivo rischiano di maturare assegni previdenziali molto bassi.
Per questo, l’incontro dello scorso 27 gennaio ha sì aperto ufficialmente le danze, ma ovviamente non è stato risolutivo: è servito piuttosto a fissare i primi paletti per mettere a punto la road map di una trattativa che si annuncia lunga e tortuosa.
Oggi, lunedì 3 febbraio, il primo round delle serie di riunioni tecniche calendarizzate per queste mese dedicata al tema delle pensioni di garanzia per i giovani. Le date delle prossime riunioni sono: il 7 febbraio su rivalutazione pensioni ed il 10 febbraio sulla flessibilità in uscita. Il 19 febbraio si discuterà di previdenza complementare.
Sul tema è intervenuto anche Guido Celaschi, Presidente ANAP (Associazione nazionale anziani e pensionati aderente a Confartigianato) “Finalmente i pensionati hanno sentito delle parole confortanti, anche se per ora si tratta soltanto di parole. Vogliamo vedere fatti concreti. Quella di una più adeguata tassazione dei trattamenti pensionistici è una delle nostre rivendicazioni più importanti, ha detto sottolineando che “La legge di Bilancio, riducendo il cuneo fiscale per i lavoratori dipendenti, ma non per i pensionati, ha compiuto un’ulteriore sperequazione”