(Teleborsa) – Secondo le stime della Banca Mondiale, come conseguenza del Covid-19, nel 2020 saranno dai 40 ai 60 milioni in più le persone in situazione di estrema povertà (meno di 1,90 dollari al giorno) rispetto al 2019. Il tasso globale di povertà potrebbe aumentare tra 0,3 e 0,7 punti percentuali, raggiungendo circa il 9% nel 2020 con, parallelamente, la perdita di mezzo miliardo di posti di lavoro nel mondo. Stando alle previsioni la crisi sanitaria porterà, inoltre, entro la fine dell’anno a 820 milioni il numero di persone che soffrono di fame cronica con un aumento di 130 milioni rispetto allo scorso anno. Questo il quadro post pandemia emerso oggi dal Forum “Economia e società, tendenze nel dopo Covid-19” organizzato al Posta Vecchia Hotel di Ladispoli dalla Fondazione Enpaia, Ente di previdenza del settore agricolo. Partendo da questi dati forniti in mattinata dal vicedirettore generale della FAO Mario Lubetkin, la discussione si è allargata a diversi esponenti del panorama economico e politico italiano. Al centro le strategie di rilancio del settore agricolo in vista delle sfide che attendono il nostro Paese.
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“Nei Paesi in via di sviluppo il rischio è che ci sia una crisi alimentare e quindi bisogna avere attenzione anche a come si diffonderà, poi, questa necessità di cibo. Questo è un punto fondamentale delle sfide future” ha affermato a margine del Forum il sottosegretario al ministero Economia e Finanze, Pierpaolo Baretta. Tracciando lo scenario del nostro Paese, Baretta ha sottolineato come “il ruolo del settore agricolo sia fondamentale anche per il rilancio del Made in Italy. L’agroalimentare in senso lato – ha aggiunto – ha dimostrato di essere una carta vincente prima, di grande indispensabilità durante la crisi, e di rilancio adesso”. Per il Sottosegretario è dunque necessario “investire in questo settore con particolare attenzione all’innovazione e alla parte più legata alla struttura naturale a ambientale che l’agroalimentare può portare avanti. Con il Covid – ha spiegato Baretta – sono cambiati anche i consumi, la gente ha più paura e ha più bisogno di certezze sulla qualità dei prodotti. Un punto indispensabile è dunque, stimolare anche i fondi pensione e le agenzie finanziarie a investire in questo settore”.
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Sul fronte delle criticità che presenta, in Italia, il settore agricolo il segretario generale Uila, Stefano Mantegazza ha evidenziato “la precarietà dell’occupazione che riguarda circa un milione di lavoratori”. È pertanto necessario, secondo Mantegazza, “incentrare questo nuovo inizio a cui si appresta il Paese proprio sul tema del lavoro, mettendo la persona al centro delle riforme future al fine di ridurre la precarietà e le tante disuguaglianze che con il Covid sono aumentate. Questa è la scelta centrale da fare, accompagnata da un grande progetto di formazione, perché – ha concluso – se vogliamo innovare la formazione è vitale per avere una classe di lavoratori al centro di questo sviluppo”.