(Teleborsa) – In arrivo 8,5 milioni di cartelle nella seconda metà del 2020 senza la proroga di due anni, stralciata dal Dl Cura Italia. A lanciare l’allarme è il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, nel corso di un’audizione alle commissioni riunite Finanze e Attività produttive della Camera sul decreto liquidità.
“La proroga di due anni dei termini di accertamento serviva a dare la possibilità di notificare anche dopo, altrimenti l’Agenzia procederà a notificare 8,5 milioni di atti entro fine anno”, ha chiarito Ruffini, spiegando che si tratta del “perimetro normativo nel quale si deve muovere l’Agenzia”.
In merito alla possibilità di una nuova pace fiscale legata all’emergenza, Ruffini ha dichiarato che è una scelta che spetta alla politica. Le decisioni prese negli anni passati erano legate “a difficoltà personali di categorie di contribuenti e quelle difficoltà sono confermate ed acuite in una realtà emergenziale come questa”, ha aggiunto, sottolineando che “le scelte su come intervenire spettano al legislatore”.
Legata a una scelta della politica è la sospensione “dell’avvio alla fase di notifica di circa 3 milioni di cartelle di pagamento, riferite ai ruoli consegnati dagli enti creditori nel corso del mese di febbraio e di marzo, oltre a circa 2,5 milioni di atti della riscossione il cui invio, nei mesi di marzo aprile e maggio, era previsto dal piano annuale di produzione dell’Ente”, ha chiarito Ruffini in riferimento alle misure contenute nel Dl Cura Italia.
Si tratta in particolare, ha spiegato, di 1,6 milioni di avvisi di intimazione interruttivi della prescrizione; 200 mila avvisi di intimazione propedeutici alle azioni di riscossione coattiva 75 mila atti di pignoramento presso terzi, 250 mila comunicazioni di preavviso di fermo amministrativo, 350 mila solleciti di pagamento.
L’Agenzia delle Entrate da fine febbraio ha inoltre sospeso l’invio nei confronti dei contribuenti di circa 300mila lettere di compliance per i riscontri delle comunicazioni periodiche IVA e di 250 mila avvisi bonari
Ruffini ha però ricordato che “per quanto concerne le comunicazioni inviate ai contribuenti prima dell’inizio della fase emergenziale, non vi è alcuna disposizione che sospenda il pagamento delle somme dovute in acquiescenza, salvo per i contribuenti della cosiddetta zona rossa”.
Il direttore ha poi confermato il ruolo di erogatore di contributi e sostegni per l’emergenza Covid-19 dell’Agenzia, se richiesto dal legislatore. “L’Agenza non può tirarsi indietro tanto più in una situazione come questa”, ha detto ricordando che “già adesso eroga rimborsi fiscali. Non ci sono limiti normativi per poter erogare contributi” – ha aggiunto – “Siamo pronti nel momento in cui il legislatore ci volesse coinvolgere in questa fase”.