I risultati delle elezioni regionali, che si sono chiuse con la vittoria di Stefano Bonaccini (centrosinistra) in Emilia-Romagna e di Jole Santelli (centrodestra) in Calabria, rassicurano i mercati. Nel caos sollevato dal coronavirus, Piazza Affari riesce a contenere le perdite con gli investitori che leggono il risultato della tornata elettorale come segnale di stabilità del governo Conte.
“Riteniamo che la vittoria in Emilia Romagna possa rafforzare il Governo Conte riducendo le possibilità di una crisi politica dell’esecutivo. Dal 1970, ovvero dalla istituzione delle regioni a statuto ordinario, l’Emilia Romagna è sempre stata governata da una lista di sinistra o centro-sinistra.
Discorso ben diverso invece per la Calabria che ha mostrato una alternanza tra sinistra e destra (2000 CDX, 2005 CSX, 2010 CDX, 2014 CSX) Riteniamo che la vittoria del centrosinistra nelle elezioni regionali in Emilia Romagna, con un distacco ben superiore rispetto agli ultimi sondaggi, diminuisca significativamente le probabilità di una crisi di governo nei prossimi mesi” ha commentato Filippo Diodovich, senior strategist di IG Italia, secondo cui “Lo scenario più probabile è quello di una continuazione forzata della coalizione di maggioranza di Movimento 5 Stelle, Partito Democratico, Italia Viva e Liberi e Uguali per arrivare se non a fine legislatura (inizio 2023) almeno alle elezioni del nuovo presidente della repubblica (gennaio 2022)”.
Detto questo, guardando avanti Diodovich vede non pochi ostacoli “sia legati alla composizione della maggioranza (cambio di leadership e crisi di consensi per il Movimento 5 Stelle, problemi al Senato con numeri risicati senza appoggio di Gruppo Misto e Autonomie, mal di pancia di Italia Viva, critiche alle strategie politiche del capo del PD Zingaretti) sia al dibattito per l’approvazione di importanti riforme, dalla giustizia alla rivalutazione dei decreti sicurezza.
Per non parlare poi dei problemi esterni legati all’Europa (politica estera e questione immigrati) e soprattutto delle questioni economiche, dalla riforma del MES (rinviata più volte in attesa dell’offerta di un pacchetto comprensivo anche della garanzia europea sui depositi) all’unione bancaria (legata alla richiesta da parte europea di ridurre l’esposizione delle banche nazionali al debito sovrano)”.
Mini-rally del BTP
Questa mattina Piazza Affari ha avviato le contrattazioni con il Ftse Mib che ha segnato un calo dello 0,7%, meno del resto d’Europa. Significativo il calo dello spread. Alla riapertura del mercato secondario gli acquisti sui titoli di Stato italiani hanno fatto crollare il rendimento del BTp benchmark decennale ai minimi dall’inizio dello scorso novembre, all’1,04%, mente lo spread BTp/Bund è sceso di ben 16 punti rispetto alla chiusura pre-elettorale dello scorso venerdì sulla soglia dei 140 punti base, anch’esso ai minimi da 3 mesi.
Un risultato di questo tenore, afferma UniCredit in una nota diffusa in mattinata, può indurre un rally dei BTp con una discesa dello spread con il Bund fino a 135 punti base.
“Le elezioni regionali in Emilia Romagna – afferma UniCredit – sono state considerate dai mercati come uno degli ostacoli che l’attuale governo ha dovuto affrontare nel 2020; pertanto, gli investitori potrebbero decidere di aumentare ulteriormente la propria esposizione sui titoli di Stato italiani”. Un ulteriore restringimento dello spread sotto i 130 punti base, aggiunge la banca, è legato ad un maggiore consolidamento della posizione del Governo.