(Teleborsa) – In linea con il Green Deal europeo e l’obiettivo dell’UE di diventare la prima economia “carbon free” entro il 2050, la Commissione Europea ha adottato oggi le nuove linee guida per gli aiuti di Stato relativi al sistema di scambio di quote di emissioni di gas ad effetto serra (“Linee guida ETS“).
Queste misure entreranno in vigore il 1 ° gennaio 2021 con l’inizio del nuovo periodo di scambio ETS e sostituiranno le precedenti linee guida adottate nel 2012.
La nuova policy mira a ridurre il rischio di “rilocalizzazione” delle emissioni di carbonio (carbon leakage), in base al quale le aziende spostano la produzione in Paesi extra europei con politiche climatiche più morbide, perché oltre rappresentare un danno per l’attività economica nell’UE, non porta un beneficio in termini di riduzione delle emissioni di gas serra a livello globale. In particolare, le nuove misure consentono agli Stati membri di compensare le imprese per i costi energetici più elevati causati dal sistema ETS (cosiddetti “costi indiretti delle emissioni”), eliminando l’effetto “sovracompensazione”, che rischia di rallentare il processo di decarbonizzazione e creare distorsioni alla concorrenza nel mercato unico. Per questo, le linee guida ETS riviste puntano ad aiutare solo i settori a rischio “rilocalizzaizone”, con un livello di compensazione fissato al 75%, subordinando gli aiuti all’attuazione di misure a favore della decarbonizzaizone ed escludendo le aziende che non adottano tecnologie efficienti.
“Per affrontare in modo sostenibile il cambiamento climatico e raggiungere i nostri obiettivi del Green Deal – ha affermato la Commissaria alla concorrenza Margrethe Vestager – dobbiamo dare un prezzo alle emissioni di carbonio evitando al contempo il carbon leakage. Gli orientamenti riveduti sugli aiuti di Stato del sistema di scambio di quote di emissione dell’UE adottati oggi sono un elemento importante di questo progetto. Consentono agli Stati membri di sostenere quei settori che, a causa dei costi delle emissioni indirette, sono maggiormente a rischio di rilocalizzazione delle emissioni di carbonio. Allo stesso tempo, contribuiscono a realizzare una decarbonizzazione economica dell’economia evitando sovracompensazioni e indebite distorsioni della concorrenza nel mercato unico “.
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