(Teleborsa) – Sale l’attesa per la firma che USA e Cina sigleranno nel pomeriggio a Washington, a chiusura dei mercati europei, per la Fase 1 dell’accordo sui dazi.
La firma dovrebbe gettare acqua sul fuoco delle tensioni commerciali che hanno caratterizzato i rapporti tra i due colossi fin dall’inizio della politica dei dazi punitivi voluta dall’amministrazione Trump.
Con l’intesa, limata nel corso di numerosi incontri e confermata dallo stesso Presidente USA, verrebbero cancellate alcune delle tariffe punitive imposte dalla Casa Bianca alle merci cinesi a fronte di un impegno di Pechino ad aumentare l’import di prodotti statunitensi, specialmente agricoli, per un valore di almeno 200 miliardi di dollari nei prossimi due anni.
Gli Stati Uniti abbasserebbero dunque dal 15% al 7,5% i dazi su alcune merci e revocherebbero anche le nuove tariffe al 15% che sarebbero scattate il 15 dicembre scorso su quasi 160 miliardi di dollari di prodotti cinesi che avrebbero fatto scattare le tariffe di Pechino su 3.300 prodotti statunitensi.
A limitare l’effetto positivo della firma sui mercati è però arrivato anche l’annuncio che gli attuali dazi USA al 25% su 250 miliardi di dollari di importazioni cinesi rimarranno in vigore fino alle elezioni americane del prossimo 3 novembre 2020.
Sono poi molti i fattori che rischiano di incendiare di nuovo i rapporti tra le due potenze, colpendo così di nuovo l’economia mondiale e mettendo in crisi le Borse che, finora, hanno resistito alle tante tensioni internazionali proprio nella speranza di una soluzione alla questione dazi.
Dall’accordo attuale sono rimaste fuori le questioni più controverse che dovrebbero essere trattate nella cosiddetta “Fase Due” dei colloqui di cui però al momento non si sa nulla.
A ciò si aggiunge che la Fase 1 prevede meccanismi di controllo da parte della Casa Bianca che monitorerà il mantenimento degli impegni da parte della Cina con controlli semestrali e la conseguente possibilità di alzare i dazi in caso di inadempienze da parte di Pechino.