(Teleborsa) – Mentre a causa del Covid-19 il mondo sprofonda nella peggiore crisi economica dal secondo dopoguerra nel 2020 17 delle 25 top-companies USA nel settore farmaceutico, dell’informatica e del credito realizzeranno oltre 85 miliardi di dollari di utili extra rispetto alla media 2016-2019. Secondo le stime del rapporto Pandemic Profits Exposed, pubblicato oggi da Oxfam, tassare la redditività eccezionale di queste multinazionali – tra le quali figurano Microsoft, Johnson & Johnson, Pfizer, Facebook, Apple, Google e Visa – basterebbe a contenere la pandemia.
“Negli Stati Uniti alcune grandi corporation, in particolare del settore tecnologico e farmaceutico registrano utili stratosferici a causa della domanda eccezionale dei loro beni e servizi generata dalla pandemia. In alcuni casi, l’aumento della domanda, – spiega Nicholas Lusiani, policy advisor di Oxfam America – le ha portate ad incrementi ingiustificati dei prezzi. Le grandi imprese sono state anche destinatarie delle maggiori forme di supporto diretto e indiretto alla liquidità. Il punto però non è tanto il livello straordinario di utili realizzati, quanto la destinazione di tali profitti. Se i dati del primo trimestre del 2020 venissero confermati per tutto l’anno, il 99% dei profitti netti realizzati da 25 major americane, verrebbero destinati alla esclusiva distribuzione dei dividendi agli azionisti o ad operazioni di buyback azionari: non a investimenti produttivi o al miglioramento delle retribuzioni dei propri dipendenti. In un contesto già fortemente diseguale, questa politica aziendale rischia di ampliare i già drammatici divari economici negli Stati Uniti”.
Basti pensare che nel primo trimestre del 2020 le società appartenenti all’Indice S&P 500 hanno registrato una diminuzione di utili del 12% con una previsione di un ulteriore calo del 39% nel secondo trimestre, mentre per le piccole imprese americane gli utili si sono dimezzati nei primi tre mesi dell’anno e un’ulteriore contrazione dell’85% è attesa tra aprile e giugno. In tale scenario il rapporto di Oxfam stima che all’1% più ricco degli americani (che possedeva, a inizio 2020 il 52% dei titoli azionari statunitensi) andrà ben oltre la metà degli 85 miliardi di extra-profitti realizzati dalle imprese, mentre al 90% più povero degli americani andrà solo il 12%. La massiccia destinazione degli utili a favore degli azionisti allargherà ulteriormente la disuguaglianza economica su base etnica e di genere. Ben 9 dollari su 10 degli extra profitti, stima Oxfam, finiranno per remunerare investimenti di americani bianchi, mentre solo 32 centesimi andranno a beneficio delle comunità nere e ispaniche. Sul fronte del divario di genere pesa una distribuzione squilibrata in partenza della ricchezza finanziaria tra uomini e donne: a ogni dollaro investito in equity dagli uomini corrispondono oggi appena 47 centesimi investiti dalle donne americane.
Per tale ragione Oxfam ha lanciato un appello per introdurre temporaneamente negli Stati Uniti una tassa sugli extra profitti generati dalla pandemia, sul modello di quella sperimentata sui profitti di guerra negli anni ’40. Un’imposta – spiega Oxfam – “che non riguarderebbe le piccole e medie imprese in difficoltà, ma solo quelle società che negli ultimi mesi hanno realizzato in media utili maggiori rispetto a quelli del periodo precedente alla pandemia”.
“Con questo strumento – ha sottolineato Luisiani – si potrebbero ricavare ben 80 miliardi di dollari da sole 17 multinazionali che pur avendo sede negli USA generano profitti in tutto il mondo. Risorse che potrebbero essere usate per contenere la pandemia da Covid-19 e porre un argine alle enormi disuguaglianze che l’emergenza sta accrescendo ovunque. Secondo le stime di Oxfam infatti, il ricavato sarebbe sufficiente a finanziare lo sviluppo e la distribuzione di test, terapie e vaccini gratuiti per tutti, a livello globale. Inoltre si tratta di una misura che può disincentivare il rialzo indiscriminato di prezzi dei beni e servizi e frenare la concentrazione del potere di mercato in poche mani”.
Tale misura, eccezionale e temporanea, per Oxfam, dovrebbe poi essere affiancata da riforme strutturali e sostanziali della fiscalità internazionale d’impresa per fermare la concorrenza fiscale dannosa tra gli Stati, anche nell’Unione Europea, e contrastare l’elusione fiscale, che depriva di risorse preziose i bilanci degli Stati, chiamati oggi a fare i conti con la più grande emergenza economica e sociale dalla fine della Seconda Guerra Mondiale.