(Teleborsa) – “Surreale”. Definisce così la reazione delle Regioni al DPCM che da il via alla divisione del Paese in fasce in rischio in base all’evoluzione della pandemia il ministro della Salute Roberto Speranza.
I Governatori delle Regioni Rosse hanno chiesto al Governo una verifica dei dati utilizzati e spingono per misure a livello nazionale. “Non ho ancora capito come e perché il governo abbia deciso di usare misure così diverse per situazioni in fondo molto simili”, ha attaccato il presidente del Piemonte Alberto Cirio, criticando la mancanza di un metodo “oggettivo”. “Chiarezza” è quello che chiede anche il valdostano Erik Lavevaz mentre l presidente facente funzioni della Calabria Antonino Spirlì ha annunciato di voler impugnare l’ordinanza: “non meritiamo l’isolamento”. Il presidente della Lombardia, Attilio Fontana, aveva già lamentato una scarsa collaborazione dopo l’annuncio delle nuove restrizioni del presidente Conte.
Per il ministro Speranza non c’è la volontà di alcuni governatori di “assumersi la loro parte di responsabilità“, “finta di ignorare la gravità dei dati che riguardano i loro territori”. Per Speranza infatti non c’è alcuna ragione per le Regioni di protestare dato che i dati su cui poggia il monitoraggio relativo alla situazione epidemiologica sono i loro e nella cabina di regia hanno tre rappresentanti. Dalla parte del ministro della Salute si è schierato il ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia, con il sostegno di tutto il governo e degli scienziati del Cts.
È atteso per domani, intanto il nuovo rapporto dell’ISS che potrebbe determinare il primo passaggio di Regioni da una fascia a un’altra. A rischio zona rossa ci sono Campania, Liguria, Veneto e Toscana.