(Teleborsa) – Quali sono le sfide che attendono la Banca centrale europea in questo contesto di crisi sanitaria globale? Mentre è in corso il negoziato sul Recovery Fund e si attende, a breve, la proposta che la Commissione europea metterà sul tavolo, a spiegare il “ruolo fondamentale” assunto dalla Banca centrale europea nell’ambito di questa delicata situazione è Andrea Ferretti, Economista e docente Innovation Academy Trentino Sviluppo (www.andreaferretti.com). Partendo dal ’99 l’economista traccia l’evoluzione di questa istituzione analizzando la svolta determinata nel 2011 dall’avvento di Mario Draghi fino ad arrivare alla difficile prova che attende ora la presidente Christine Lagarde.
La Bce dell’altroieri. “La Bce è nata nel 1999 con il compito di governare la politica monetaria dell’Eurozona. Nacque, tuttavia, a immagine e somiglianza della Bundesbank, la Banca centrale tedesca. È poiché, – spiega Ferretti – allora, i tedeschi avevano in mente la Repubblica di Weimar con la sua inflazione galoppante, il ruolo principale affidato alla Bce fu quello di garantire la stabilità dei prezzi e di combattere l’inflazione”.
La Bce di ieri. “Nel 2011 con l’avvento di Mario Draghi in Bce, tra l’altro nel bel mezzo di una crisi finanziaria importantissima, le cose cambiano radicalmente. Mario Draghi, sempre sia lodato, – sottolinea l’economista – ritiene che data la situazione la Bce non possa più limitarsi a combattere l’inflazione ma debba invece scendere pesantemente in campo con le sue armi di natura monetaria per tentare di rimettere in moto il volano dell’economia palesemente inceppatosi. Come fa Mario Draghi? La Bce scende sul mercato con il suo programma di Quantitative Easing e acquista dalle banche un’ingente quantità di titoli sovrani posseduti dagli istituti stessi. In questa maniera, ovviamente, inietta una grande quantità di liquidità nei sistemi bancari. Le banche, a loro volta, iniziano con questa liquidità a finanziare le imprese a lunga a durata e a interessi molto contenuta. Da parte loro le aziende con la liquidità ottenuta magari riavviano gli investimenti o richiamano dalla cassa integrazione dei dipendenti. I dipendenti ritornati al lavoro compreranno qualcosa in più rimettendo in moto anche i consumi. Dunque la macchina da guerra della Bce non solo ha contribuito in questa maniera a rimettere in moto il volano dell’economia ma sicuramente ha anche tenuto a bada la speculazione e evitato l’esplosione dello spread”.
La Bce oggi. “Dopo un’inspiegabile tentennamento iniziale della signora Lagarde – evidenzia Ferretti – dobbiamo ammettere che la Bce anche nell’attuale crisi pandemica si è messa prepotentemente in moto sempre con lo scopo di fornire ai mercati tutta la liquidità necessaria per consentire alle banche di finanziare il tessuto imprenditoriale. È nato, così, il nuovo programma della Bce il Pepp che non è altro che l’erede del QE e che inietterà nei mercati fino a mille miliardi di euro”.
Conclusioni. “Considerare la Bce come la panacea di tutti i mali non solo non è giusto ma è anche pericoloso perché la domanda che ci si pone è: alla fine dell’emergenza i falchi tedeschi e olandesi si riaffacceranno nuovamente cercando di limitare l’operatività della Bce? Allora Mario Draghi riuscì a tenerli a bada ma domani – si chiede l’economista – Lagarde che è animale più politico che tecnico riuscirà, o vorrà, fare altrettanto?