(Teleborsa) – Niente allentamento delle misure restrittive e nessuna riapertura per le aziende dopo Pasqua perché la curva dei contagi, che ha appena iniziato un lieve rallentamento, può alzarsi al primo cedimento, riprendendo a crescere.
È quanto ha stabilito il Comitato Tecnico Scientifico sulla cosiddetta Fase 2, quella della ripartenza (seppur graduale) e della convivenza con il coronavirus, che “non abbiamo ancora vinto”, come ha chiarito anche l’Oms.
L’ipotesi su cui il premier Giuseppe Conte aveva chiesto agli scienziati di lavorare era di una possibile riapertura dopo Pasqua che dunque non ci sarà: il Cdpm previsto per venerdì dovrebbe confermare il lockdown per altri 15 giorni, tempo che la maggioranza userà anche studiare come ripartire.
Perché la ripresa delle attività è necessaria, ha chiarito il premier ai membri del Cts che deve fare i conti anche con la pressione degli industriali del Nord, che si sono fatti già sentire.
Impossibile fermare il motore del Paese per troppo tempo, dice la Confindustria di Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia-Romagna, ma serve un piano in grado di unire sicurezza e produttività, come hanno chiesto anche i sindacati a Conte.
L’idea del governo è di iniziare a riaprire le aziende che sono legate alle filiere strategiche (alimentari, farmaceutica e sanitaria) utilizzando i codici Ateco: allo stesso tempo, dovrebbe ripartire anche la manifattura, cuore pulsante dell’economia italiana, a iniziare da meccanica, edilizia e commercio, specie all’ingrosso.
Strumento principe della Fase 2 è l’indice di rischio, tabella che l’Inail sta mettendo a punto e che mappa tutte le attività lavorative definendole in base al rischio (basso, medio e alto) e individuando, per ogni livello, adeguate misure di protezione e distanziamento sociale.
A ciò si aggiungono i nuovi protocolli Inail: a partire da turni più brevi e con personale ridotto, in modo da garantire la distanza di sicurezza; uso della mascherina per tutta la durata del turno se non è possibile mantenere il distanziamento; controlli della temperatura a ogni inizio turno e stop a chi ha 37.5 di temperatura; nuove procedure per i fornitori per eliminare ogni contatto diretto; sanificazione regolare dei locali, uffici compresi.
Ovviamente si continuerà a utilizzare smart working e gli ammortizzatori sociali, ma si dovrà anche potenziare il trasporto pubblico, per evitare assembramenti su bus e treni.