(Teleborsa) – Nel comparto tessile, moda e accessori più dell’86% delle imprese ha registrato nel secondo trimestre 2020 un calo di fatturato superiore al 20%.
Sono i risultati della seconda Indagine Congiunturale di Confindustria Moda, svolta nel mese di luglio su un campione di 320 aziende con l’obiettivo di cogliere l’impatto della pandemia da Covid-19.
Quasi la totalità del settore (96% del campione) ha osservato una flessione nel suo fatturato tra aprile e giugno, mentre solo il 10% è riuscita a contenere le perdite entro il 20%. Sulla base dei risultati aziendali, il fatturato del secondo trimestre è stimato in calo del 39%.
Il 93% delle aziende a campione ha fatto ricorso agli ammortizzatori sociali. In poco più la metà dei casi (54%) lo strumento ha interessato oltre l’80% dei dipendenti totali dell’azienda, mentre solo nel 6% dei casi gli addetti coinvolti non superano il 20% del totale. Il 55% ha, peraltro, anticipato la CIG al proprio personale.
Sul fronte ordini, solo il 4% ha registrato commesse invariate o in crescita, mentre il 5% ha contenuto il calo entro il -10%. La restante parte accusa cali superiori e il 20% ha subito un crollo superiore al 70%. La flessione media degli ordinativi risulta pari al -37,3%, nel primo trimestre era stata del -40,5%. Pessimo il 2020 anche se si guarda in prospettiva: la flessione media annua è prevista al -32,5% rispetto al dato 2019, ovvero 30,3 miliardi di euro in meno.
“È una catastrofe economica senza precedenti, che rischia di cancellare interi pezzi della nostra filiera, unica al mondo – ha commentato così i dati Cirillo Marcolin, Presidente di Confindustria Moda – È una stima preliminare, ma gli effetti della pandemia sui bilanci e sull’occupazione saranno devastanti. Siamo il secondo più importante settore manifatturiero in Italia e il primo contributore positivo alla bilancia commerciale. Dobbiamo fare ancor più sistema e insieme ripartire”.