(Teleborsa) – Febbraio probabilmente sarà ricordato come l’ultimo mese di quiete prima che la scure del Coronavirus si abbattesse con ferocia anche sul mercato del lavoro. Ma già a febbraio è emersa la preoccupazione crescente di artigiani e piccole imprese per le conseguenze dell’emergenza sanitaria scattata l’ultima settimana del mese. L’incremento tendenziale dell’occupazione tra i “piccoli” nel secondo mese del 2020 si è fermato all’1,5%, il più basso da oltre cinque anni a questa parte, dimezzato rispetto al dato dello stesso mese del 2019.
A rilevarlo è l’Osservatorio mercato del lavoro CNA, curato dal Centro studi della Confederazione. Nel dettaglio, le assunzioni sono cresciute tendenzialmente del 4,1% in un anno. Nello stesso periodo le cessazioni sono schizzate in alto del 13,6%. Quanto alla composizione dell’occupazione tra artigiani e piccole imprese, si è continuata a ridurre la quota del lavoro a tempo indeterminato (calato al 57,1%, il 30% in meno rispetto a dicembre 2014) mentre i contratti a tempo determinato sono saliti al 28%, l’apprendistato all’11,7% e il lavoro intermittente al 3,2%.
Come spiega la nota dell’Osservatorio, però, gli effetti dell’emergenza sanitaria sull’economia saranno chiaramente visibili infatti solo da marzo: “Il quadro economico è senz’altro destinato ad aggravarsi e la nuova recessione potrebbe addirittura essere peggiore di quella del 2009. Di positivo c’è che rispetto a dieci anni fa la crisi viene affrontata con politiche espansive e non più con l’austerità che al tempo ne amplificò gli effetti negativi”.