(Teleborsa) – “I cicli storici si legano ma hanno movimenti lentissimi. Se un eventuale cambiamento di ciclo si potrà valutare solo fra 5 o 10 anni, oggi il problema per gli agricoltori è il cambiamento di filiera dettato dal ritorno al valore della prossimità”. È quanto ha affermato il
il presidente del Censis, Giuseppe De Rita in occasione della presentazione del primo rapporto dell’Osservatorio sul mondo agricolo Enpaia-Censis.
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Il mondo dell’agricoltura sta attraversando una fase di cambiamento che vede l’emergere di nuove tendenze. Pensa che l’attenzione per un consumo di prossimità andrà a rivoluzionare l’attuale modello di produzione e distribuzione?
“Certamente lo cambia. Il modello di produzione e consumo in agricoltura è andato negli ultimi vent’anni verso la più alta qualità del prodotto e verso la più alta qualità del cibo. Si è creata, quindi, addirittura una filiera agroalimentare nel mondo dove la punta della freccia è data da chi garantisce la più alta qualità e novità del cibo. L’Italia vive oggi la sua dimensione internazionale proprio grazie a due o tre filiere e una di queste è quella agroalimentare. Con la vicenda del coronavirus questa filiera ha avuto uno stop perché la tendenza di andare sempre verso il meglio, non potendo più uscire di casa, si è tramutata nella tendenza ad andare verso il più vicino. Questo significa una diminuzione del gusto del nuovo, del piatto diverso, un ripiegamento in una realtà locale. Tutto ciò non si tradurrà, tuttavia, in una negazione della vecchia filiera in quanto vorrebbe dire perdere l’export ma porta, senza dubbio, alla nascita di una dimensione nuova che è quella comunitaria. In tale scenario emerge la necessità di vivere la qualità della prossimità con la sicurezza del prodotto, e non la stravaganza del cibo, a garanzia della propria salute”.