(Teleborsa) – Crisi sanitaria, concessioni al settore trasporti, liberalizzazione del settore ferroviario. Sono alcuni dei temi contenuti nel settimo Rapporto annuale al Parlamento dell’Autorità di Regolazione dei Trasporti presentato questa mattina dal Presidente Andrea Camanzi di fronte alle istituzioni dello Stato.
È tempo di bilanci per ART e per il suo Presidente giunti all’ultima relazione della consiliatura. “Particolare è il contesto in cui presento questa relazione, fortemente condizionato dalle conseguenze della pandemia e dalle persistenti incertezze sul suo futuro corso – ha esordito Camanzi – Inizialmente, il sistema dei trasporti è stato tra i veicoli della diffusione del virus. Oggi, questo è tra i settori industriali più esposti alle conseguenze della crisi, per quanto in misura e modi diversi a seconda delle modalità. Data la sua natura strumentale, d’altra parte, è anche tra i settori che maggiormente può contribuire alla ripresa e trarne beneficio”.
Andrea Camanzi ha poi voluto evidenziare il ruolo di esempio che l’Autorità ha avuto in Europa durante il suo mandato: “abbiamo avuto riscontro che la metodologia da noi applicata per determinare gli obiettivi di efficienza dei gestori delle infrastrutture è considerata come un benchmark; l’Autorità di regolazione spagnola (CNMC), in particolare, si è ispirata al nostro modello in occasione dell’apertura alla concorrenza del mercato dei servizi di trasporto via ferrovia ad alta velocità che, tra l’altro, ha visto Trenitalia tra i protagonisti”.
“Abbiamo dedicato molta attenzione al settore autostradale e dato esecuzione alla volontà del legislatore che un unico sistema tariffario, stabile, trasparente e fondato su un metodo rigoroso ed oggettivo, sostituisse i diversi sistemi preesistenti”, ha spiegato il Presidente.
In ambito aeroportuale il Presidente di Art si è focalizzato sui nuovi modelli di gestione in cui l’Autorità ha “ritenuto di accompagnare il sistema del dual till con misure di maggiore trasparenza sulle modalità di impiego dei ricavi commerciali per finalità di incentivazione dell’attività volativa. Quanto agli obiettivi di efficienza delle gestioni aeroportuali, i gestori saranno tenuti a motivare eventuali scostamenti dai valori definiti dall’Autorità sulla base di indicatori oggettivi”.
Per quanto riguarda l’ambito portuale, Camanzi ha auspicato una riforma del sistema di gestione dei porti: “la creazione del mercato unico europeo dei trasporti di cui abbiamo evocato l’opportunità, richiede che almeno il ‘fronte terra’ dei porti sia integrato in un modello unico di regolazione economica che comprenda l’accesso alle infrastrutture e agli impianti di servizio, l’affidamento delle concessioni portuali, l’accesso e l’utilizzo della rete ferroviaria e autostradale per favorire il trasporto combinato”
Un appunto è arrivato anche sull’annoso tema dei voucher di rimborso nel settore dei trasporti, tornato di attualità con le tante cancellazioni durante il periodo di lockdown: “Nell’esercizio dei previsti poteri di vigilanza, l’Autorità interverrà per garantire la concreta applicazione dei diritti di fonte europea disapplicando, ove necessario, la norma nazionale in contrasto”. E ha aggiunto: “Riteniamo corrisponda ai compiti del regolatore economico spingere i soggetti regolati a condotte virtuose, più ancora che irrogare sanzioni“.
Infine il Presidente dell’Autorità dei Trasporti nel passare il testimone ha lasciato sul tavolo tre questioni che condizionano il compiuto perseguimento del disegno di ART e della sua evoluzione: “la prima attiene ai rapporti concessori in relazione ai quali l’Autorità adotta modelli di regolazione e sistemi di tariffazione“, da rivedere sia in ambito aeroportuale, sia in ambito autostradale; la seconda questione attiene alla portata del sindacato giurisdizionale, “da affrontare, evidentemente, senza contendere in alcun modo il principio dell’effettività della tutela. La terza, infine, “attiene alla necessità che l’indipendenza del regolatore si sostanzi anche nella disponibilità di risorse economiche adeguate e stabili”.
“Guardando avanti, la regolazione è, più che mai, chiamata ad accrescere la consapevolezza delle scelte attraverso la misurazione delle grandezze economiche coinvolte e il confronto degli effetti. Occorre, d’altra parte, azionare la leva del cambiamento. Non tutti i nodi che oggi si pongono come questioni irrisolte possono essere sciolti all’interno delle tematiche regolatorie del settore dei trasporti; le soluzioni, come abbiamo visto, sono spesso di natura istituzionale e ordinamentale”, ha concluso Camanzi.