(Teleborsa) – I Btp e i bond ellenici “vengono scambiati un po’ come fossero Bund agli steroidi” in quanto “sono titoli sicuri ma con un po’ più di rendimento”. Lo scrive il Financial Times spiegando come la spasmodica ricerca di rendimenti sulle categorie di investimento ritenute più sicure ha avuto un vero e proprio effetto doping sui titoli di stato di Italia e Grecia.
L’espressione coniata dall‘analista Antoine Bouvet di Ing viene utilizzata dal quotidiano per descrivere il meccanismo in atto che vede tali rinnovati “appetiti per lo yield” determinare ulteriori calmieramenti di tassi retributivi e spread. Un’analisi confermata dai dati. Questa mattina, infatti, i rendimenti dei Btp decennali risultano stabili allo 0,90 per cento, con uno spread rispetto ai Bund tedeschi equivalenti di 132 punti base. Nelle ultime aste su titoli italiani di varia scadenza si sono, inoltre, registrati solidi livelli di domanda. Il Ft cita in particolare il collocamento dell’ultimo Btp a 15 anni su cui a fronte di una offerta da 9 miliardi di euro si sono accumulate domande per 50 miliardi.
Uno scenario in cui Robert Tipp, della banca Ing, ipotizza un ritorno al quadro precrisi dei debiti, in cui i differenziali tra titoli di Stato dell’eurozona erano al lumicino. Questo appiattimento è stato accentuato dall’emergenza coronavirus, che ha innescato una fuga dal rischio e deflussi di investimenti da segmenti come l’azionario verso lidi più sicuri, come appunto i titoli pubblici (o l’oro). Il Ft tuttavia cita anche chi invita alla prudenza, come Chiara Cremonesi di Unicredit secondo cui si potrebbe sempre ricreare un ritorno di volatilità sui Btp a causa delle incertezze politiche nella Penisola. Secondo Ian Stealey, capo degli investimenti di JPMorgan Asset Management, la corsa agli acquisti potrebbe, invece, invertirsi se le ricadute del Coronavirus dovessero degenerare in una recessione economica.