(Teleborsa) – E’ crisi mondiale e il dollaro va a ruba grazie alla sua natura di bene rifugio, accrescendo il costo dei finanziamenti in dollari e costringendo le banche centrali ad agire in modo coordinato con operazioni di swap in dollari, dapprima con alcune delle maggiori banche centrali, poi anche con altri Istituti. L’ultima operazione è stata annunciata proprio ieri dalla Fed.
La Banca dei Regolamenti Internazionali (BRI) commenta questi sviluppi nell’ultimo bollettino, pubblicato oggi, che denuncia una crescita esponenziale della domanda di dollari a livello internazionale, amplificata dall’epidemia di Covid-19 e dalla preferenza degli investitori per la liquidità, che ha prodotto un aumento proporzionale dei costi dei finanziamenti in questa valuta.
In realtà – sottolinea la BRI, – la domanda di dollari era cresciuta già da diversi anni, in risposta alle necessità di diverse società e gestori di fondi extra statunitensi di mettersi al riparo dalle fluttuazioni valutarie. Tuttavia, nelle ultime settimane “la turbolenza finanziaria ha ostacolato l’offerta di finanziamenti in dollari da parte di intermediari finanziari innalzandone drasticamente i costi”.
L’azione delle banche centrali capitanate dalla Fed ha contribuito ad inondare il mercato con il biglietto verde, sgonfiando in parte i costi di finanziamento in questa valuta e rivelandosi efficaci nella fase del boom – sottolinea la BRI – ma occorre “una politica più ampia”, che garantisca una certa solidità dei finanziamenti in dollari e soprattutto che la “liquidità venga incanalata oltre il sistema bancario” verso l’economia reale.
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