(Teleborsa) – Un sistema a punti “flessibile”, per filtrare l’immigrazione nel Regno Unito dopo la Brexit, con visti d’ingresso più facili per chi lavora nella sanità e nell’assistenza. Questo il meccanismo, annunciato nei mesi scorsi dal Governo Tory di Boris Johnson e illustrato oggi con qualche dettaglio in più in una dichiarazione scritta al Parlamento presentata dalla ministra dell’Interno, Priti Patel, in cui si conferma che dal 2021, con la fine del periodo di transizione post divorzio, terminerà anche la libertà automatica di movimento dai Paesi dell’UE (Italia compresa).
Il sistema a punti, come ribadisce il testo, mira a favorire i migranti a più elevata qualificazione, più ricercati dal mercato del lavoro britannico e con una miglior conoscenza dell’inglese, equiparando comunitari e non. Potrà essere rivisto in senso meno restrittivo in caso di necessità nei vari settori o in senso più rigido, per incentivare l’assunzione di manodopera interna, laddove gli arrivi dall’estero raggiungano un certo tetto.
Promesso “un percorso privilegiato” per gli ingressi di medici, infermieri e altri addetti alla sanità, un settore che in tempo di coronavirus ha dimostrato una volta di più la sua significativa dipendenza da specialisti stranieri (un 30% originari di Paesi dell’Ue) e che per l’opposizione laburista rischia di rimanere particolarmente penalizzato.
Confermata invece la stretta sul fronte giudiziario, con il previsto bando d’ingresso nei confronti di qualunque straniero pregiudicato, europei compresi, già condannato a pene da un anno di reclusione in su o sia classificato come socialmente pericoloso.