(Teleborsa) – Si profila una corsa a tre per Borsa Italiana e per i suoi asset, il più ghiotto la piattaforma MTS su cui tratta gran parte dei titoli di Stato italiani.
La Borsa di Milano, infatti, è stata messa in vendita dal suo attuale azionista di controllo , per ragioni antitrust, in vista dell’acquisizione di Refinitiv. Una transazione che ha un valore di circa 3,3-4,3 miliardi e che non viene mal vista dal governo italiano, in previsione della piena attuazione della Brexit. Nodi centrali l’acquirente, l’autonomia e le alleanze oltre al prezzo. La scadenza del periodo per la presentazione dlele offerte vincolanti è l’11 settembre.
I due tradizionali contendenti sono , che gestisce le borse di Parigi, Bruxelles, Amsterdam, Oslo e Lisbona, e , la società-mercato che controlla la grandissima piattaforma di Francoforte ed ha un valore che si aggira sui 30 miliardi. I due attori erano in corsa già nel 2007, quando Piazza Affari fu rilevata dal LSE. E sono tutt’ora interessati, soprattutto al mercato delle obbligazioni governative (MTS).
Il Ministro dell’Economia Roberto Gualtieri ha già dato a CDP parere favorevole alla vendita di Borsa SpA, purché ne venga preservata l’autonomia, essendo un asset strategico per l’Italia. Già ascoltato il duo CDP-Euronex, con la Cassa che andrebbe ad assumere un ruolo centrale nel caso di acquisto dell’intero asset (Borsa e MTS), divenendo anche azionista di Euronext. Ruolo più decentrato a CDP nel caso di acquisto da parte di Deutsche Boerse.
E anche questa volta spunta un terzo interessato, il gruppo svizzero Six, che gestisce la Borsa di Zurigo ed ha recentemente rilevato la Borsa di Madrid per un valore di 2,8 miliardi. La società elvetica non entrerebbe a gamba tesa nella gestione della Borsa di Milano, che considera un asset interessante ed intende valorizzare a livello di hub internazionale. Ed ha anche la cassa sufficiente ad effettuare l’acquisizione (circa 3 miliardi) considerando che non è neanche quotata e non necessita di portare risultati immediati agli azionisti.